Veronica Panarello è pazza? Difesa punterebbe su quello…

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2016 - 20:06 OLTRE 6 MESI FA
Veronica Panarello è pazza? Difesa punterebbe su quello...

Veronica Panarello è pazza? Difesa punterebbe su quello…

RAGUSA – Veronica Panarello pazza? La difesa punta sull’infermità mentale? Sembrerebbe così dalla richiesta fatta dall’avvocato che difende la mamma di 27 anni di Santa Croce Camerina (Catania) in carcere con l’accusa di aver ucciso il figlioletto Andrea Loris Stival, di 8 anni. La donna sarà sottoposta ad una risonanza magnetica alla testa per verificare le sue condizioni neurologiche, radiologiche, morfologiche e funzionali in una clinica di Catania.

Eppure secondo il parere di alcuni esperti, come il direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Asl di Avellino, Antonio Acerra, questo esame non è valido ai fini delle indagini. Il dottor Acerra, intervistato dal settimanale Giallo, ha dichiarato:

“Le condizioni psicologiche non possono essere riscontrate con questo tipo di esame. Può servire per individuare una malattia come un tumore, ma non per evidenziare comportamenti stabilire le decisioni che una persona prenderà”.

I periti del giudice per l’udienza preliminare di Ragusa, davanti al quale si celebra il processo, hanno disposto la risonanza magnetica su richiesta degli esperti della difesa per completare la perizia psichiatrica. Il Gup Andrea Reale ha concesso una proroga di altri 25 giorni agli esperti che dovranno depositare le loro conclusioni entro il 15 maggio.

La prossima udienza del processo, fissata per l’11 maggio, sarà rinviata a data da destinare. In uno dei primi incontri con i periti, Veronica Panarello ha accusato il suocero, Andrea Stival, di avere ucciso il bambino nella sua casa di Santa Croce Camerina il 29 novembre 2014. Secondo la donna lo avrebbe fatto per impedirgli di rivelare una loro presunta relazione, che l’uomo ha sempre negato anche davanti ai pm che lo hanno indagato come atto dovuto. La donna ha sostenuto non averlo denunciato prima per timore che potesse vendicarsi sul figlio più piccolo.