Veronica Panarello resta in carcere, no domiciliari per l’omicidio di Andrea Loris Stival

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Febbraio 2017 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA

RAGUSA – Il gup del Tribunale di Ragusa Andrea Reale ha rigettato la richiesta dell’applicazione degli arresti domiciliari per Veronica Panarello, la mamma di Andrea Loris Stival strangolato con delle fascette il 29 novembre 2014, condannata a 30 anni di reclusione per l’uccisione del figlioletto e per averne occultato il suo corpo. La richiesta, presentata dal legale di fiducia della donna, Francesco Villardita è stata dichiarata inammissibile per mancata notifica agli avvocati delle parti offese.

Con una mossa a sorpresa, il legale di Veronica, condannata in primo grado a 30 anni per il delitto del piccolo Loris a Santa Croce Camerina (Ragusa), aveva chiesto per la sua assistita gli arresti domiciliari. L’annuncio del suo legale Francesco Villardita durante la trasmissione di Rete 4 Quarto grado. Per la condanna a 30 anni si aspettano ancora le motivazioni del Gup Andrea Reale che ha chiesto al presidente del Tribunale di Ragusa la proroga di un mese per depositarli considerato la complessità del caso.

L’avvocato Villardita riproporrà nuovamente al Gup Andrea Reale la richiesta di concessione degli arresti domiciliari, anche con l’uso del braccialetto elettronico, per la sua assistita Veronica Panarello. Il legale chiede l’attenuazione del provvedimento cautelare in carcere ritenendo venuto meno il rischio di inquinamento delle prove e annullati dagli arresti domiciliari quelli di pericolo di fuga e di reiterazione del reato.

Il Gup, su parere conforme della Procura, ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal penalista senza entrare nel merito, sottolineando che ci sono “orientamenti contrastanti sulla notifica” alle parti offese nel caso di omicidio, ma “aderendo al parere espresso dal Pm”, cioè l’inammissibilità. L’avvocato Villardita, “pur non condividendo la valutazione del Gip”, ha deciso di “ripresentare l’istanza con notifica alle parti offese”.