La versione di Schettino: “Ho fatto un guaio, e poi il mio dovere”

Pubblicato il 20 Gennaio 2012 - 20:21 OLTRE 6 MESI FA

ISOLA DEL GIGLIO – “Ho fatto il mio dovere”. Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, racconta al gip la sua verità sulla sera del naufragio, respinge tutte o quasi le accuse e nega che, al momento dell’impatto, in plancia fosse presente anche la moldava Domnica Cemortan.

A parlare, al termine dell’interrogatorio, è stato l’avvocato del comandante, Bruno Leporatti che ha subito negato con decisione l’ipotesi di un ritardo nel chiedere i soccorsi.

Schettino, è la tesi della difesa, avrebbe invece avvertito “subito la compagnia del problema alla nave Costa Concordia. Avvisò subito la Costa come era suo dovere fare”. “Abbiamo dato un urto, ho fatto un guaio” le parole di Schettino al telefono con Roberto Ferrarini, manager delle operazioni marittime della Compagnia.

Quanto alla richiesta di revoca dei domiciliari e il ritorno in carcere il legale del comandante è duro. “Impugnerò il provvedimento – ha spiegato il difensore – in quanto mi lascia perplesso il pericolo di recidivanza ravvisato dal Gip”. Anche la sospensione di Schettino decisa dalla Costa sarà oggetto di ricorso: “La domanda che si farà al riesame, sarà di annullare gli arresti domiciliari – ha spiegato Leporatti – si fa domanda di riesame perchè non c’è neanche quell’esigenza cautelare che il giudice ha ravvisato”.

Quanto agli esami tossicologici fatti su Schettino per verificare se avesse assunto alcol o droghe si attende il responso. Il comandante si dice tranquillo perché, secondo il suo avvocato “non ha nulla da nascondere”. Ci sono dei testimoni che lo accusano di aver alzato il gomito. Ma a difendere Schettino in questo caso è la ragazza moldava: “Ma quando? Sulle navi di Costa Crociere ci sono videocamere in ogni angolo se beccano qualcuno dell’equipaggio che beve in servizio lo licenziano subito”.