Via Curtatone, Roma: si pagava per dormire, a chi? E tv e pellicce…di chi?

Via Curtatone, Roma: si pagava per dormire, a chi? E tv e pellicce...di chi?
Via Curtatone, Roma: si pagava per dormire, a chi? E tv e pellicce…di chi?

ROMA – Via Curtatone, Roma: si pagava per dormire, a chi? E tv e pellicce…di chi? Tariffari, ricevute di pagamento, un registro dei profughi paganti e uno dei turni alla reception: nemmeno fosse un hotel, il palazzone occupato e sgomberato a forza dalla polizia una decina di giorni fa in Via Curtatone a Roma era una macchina da soldi per chi lucrava sulla pelle dei rifugiati.

Per chi faceva affari organizzando un racket spietato ma accurato fin nei minimi dettagli, visto che a eritrei e somali che qui cercavano un riparo affittavano a due euro per tre ore perfino un posto per sedersi. E del resto il ritrovamento di tv, pellicce e vestiti firmati non lascia dubbi. Resta da capire chi c’era dietro la cassa, a chi finiva il fiume di denaro spillato senza scrupoli a dei profughi in fuga?

Gli investigatori sono andati a caccia di elementi per fare luce sul presunto racket dei posti letto, ossia dell’accesso all’immobile occupato previo pagamento di circa 10 euro a notte. Il blitz è scattato dopo l’apertura di un fascicolo, per il momento contro ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Gli accertamenti hanno preso spunto dal ritrovamento, da parte della Digos, di alcune ricevute di pagamento che hanno fatto sospettare l’esistenza di persone, non si esclude legate ai movimenti per la casa, che potrebbero aver speculato sull’occupazione.

Nello stabile sono stati sequestrati computer e documentazione, tra cui ricevute. Sono stati trovati anche documenti lasciati da alcuni migranti che occupavano lo stabile. Ma gli accertamenti di piazzale Clodio prendono in esame anche l’ipotesi di violazione dell’articolo 467 del codice penale: contraffazione del sigillo dello Stato ed uso del sigillo contraffatto. Nel decreto di perquisizione firmato oggi dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, titolare dell’ inchiesta, si motiva il blitz della Digos con “il fondato motivo che presso lo stabile siano occultati timbri con il sigillo dello stato, documenti riportanti timbri dello stato, ricevute di pagamento per soggiorni all’interno dello stabile di cittadini stranieri, anche clandestini, o comunque documenti o oggetti a questi riferibili”.

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