Vibonati (Salerno), immigrati al posto delle suore in convento Vibonati (Salerno), immigrati al posto delle suore in convento

Vibonati (Salerno), immigrati al posto delle suore in convento

Vibonati (Salerno), immigrati al posto delle suore in convento
Vibonati (Salerno), immigrati al posto delle suore in convento

VIBONATI (SALERNO) – Richiedenti asilo al posto delle suore in convento a Vibonati, in provincia di Salerno: e scoppia la polemica. Lo scambio è avvenuto perché, come ha spiegato il sindaco del paese, Franco Brusco, al quotidiano la Città di Salerno, “le religiose facevano attività ricettiva di tipo alberghiero nel convento, con la gestione a scopo di lucro di circa 100 posti letto in violazione della convenzione”.

Per questo motivo alle religiose delle Ancelle di Santa Teresa di Gesù Bambino lo scorso luglio, dopo novant’anni, era stato revocato il contratto di comodato d’uso del monastero di San Francesco di Paola. E al loro posto tra quelle mura sono arrivati una decina di immigrati.

Il Comune lo scorso 2 febbraio ha infatti aderito con una delibera della giunta allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Solo che non si era ancora trovata una sistemazione adeguata.

“Nel frattempo – spiega il sindaco – dati i tempi dell’istruttoria, invitai a maggio le suore a rivedere la propria decisione di andarsene poiché avevo ribadito la proposta di dar loro un’area di 600 mq, ma la madre generale non rispose a questo invito”.

Così si è deciso di alloggiare i profughi all’interno del convento, in un’ala di 200 metri quadrati.

Spiega La Città di Salerno:

Nei giorni scorsi il parroco di Vibonati, don Martino Romano, aveva chiesto che potessero essere accolte in convento le Missionarie di Sant’Antonio Maria Claret, ordine di cui fu co-fondatrice madre Leonia Milito, originaria di Sapri. Una proposta che, tra l’altro, verrà discussa il prossimo 26 agosto dal consiglio monacale dell’ordine. Il 20 dicembre 2016 il consiglio comunale respinse la richiesta della prefettura di inviare un numero imprecisato di migranti in un albergo di Villammare ed avviò la procedura per limitare a 10 il numero di migranti. In quell’occasione ad avanzare la proposta di adesione allo Sprar fu il gruppo di minoranza ‘Voci libere’.

Adesso, però, la decisione di ospitare i migranti in convento suscita polemiche:

“Noi dicemmo sì allo Sprar perché era l’unica soluzione per limitare il fenomeno – aggiunge Manuel Borrelli, leader del gruppo di minoranza “Vivi il tuo paese” – ma la decisione di ospitare i migranti al convento ci vede contrari perché appare un terribile controsenso dopo aver sfrattato le suore. Con lo Sprar spenderemo ben 170 mila euro all’anno per 10 migranti, mentre le suore hanno locato le stanze alle colonie per prezzi ben più modici”.

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