Il vicariato di Roma con Veltroni: “Via da Sant’Apollinare il boss della Magliana”

Ieri su la Repubblica in una lettera Walter Veltroni aveva chiesto di rimuovere la tomba del boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis, dalla chiesta romanda di Sant’Apollinare. Oggi il cardinale vicario Agostino Vallini, sempre su Repubblica, accoglie la sua richiesta e dice: “Sono anni ormai che le autorità ecclesiali romane hanno dichiarato di essere pronte ad aprire la tomba di De Pedis per farla ispezionare ed, eventualmente, per sistemare i resti dello stesso De Pedis in un altro luogo. Basta solo che le autorità competenti lo chiedano in conformità alle norme vigenti”.

La disponibilità a collaborare con le autorità italiane, spiega il portavoce di Vallini, Angelo Zema, “è stata espressa ufficialmente sia il luglio scorso, con un comunicato di risposta a una inchiesta televisiva (di Chi l’ha visto, ndr) sul caso della sepoltura di De Pedis, che nel 2005 dall’allora cardinale vicario Camillo Ruini che, in una nota, spiegò testualmente che il Vicariato su questa vicenda non si oppone a qualsiasi richiesta di collaborazione che possa arrivare dalle autorità competenti”.

Nella lettera a ‘Repubblica’, l’ex sindaco di Roma aveva scritto: ”Per rispetto delle vittime e per dare un altro messaggio inequivocabile contro la violenza e la malavita organizzata la rimozione della tomba di De Pedis da Sant’Apollinare e una sua degna sepoltura, come spetta a ogni cittadino, sarebbe un gesto dall’alto valore civile e morale”.

”Senza entrare nel merito della vicenda che certamente compete ad altra autorità sarebbe auspicabile quanto impellente un gesto di responsabilità da parte della Chiesa, dinanzi alle criticita’ che a riguardo la stessa opinione pubblica ha sollevato. Si tratterebbe soprattutto di un atto di rispetto per le vittime della banda oltre che nei confronti dei fedeli che frequentano i luoghi sacri”, rilevava.

”Da cattolico – conclude – posso anche comprendere la misericordia e la carità nei confronti di chi in vita ha operato il male ma allo stesso tempo e’ pur chiaro che una tale presenza in una cripta monumentale puo’ sollevare piu’ di un dubbio sulle ragioni di tale collocazione. Dubbi di cui la Chiesa non deve assolutamente farsi portatrice”.

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