ROMA – Timbrava il cartellino e poi dopo andare a fare multe e controlli, faceva la spesa al mercato o andava a fare shopping. Per questo una vigilessa è stata rinviata a giudizio con l’accusa di truffa aggravata. A pizzicarla sono stati i suoi stessi colleghi della polizia locale del Comune di Subiaco che hanno incrociato fotografie e filmati con i tabulati delle timbrature mensili.
A Subiaco evidentemente era una prassi abbastanza diffusa. Soltanto qualche mese fa scoppiò lo scandalo assenteismo alla Asl con l’arresto di cinque dipendenti della Asl Rm G, tra cui due medici legali. Tutti sorpresi in flagranza di reato dai carabinieri che hanno pedinato i dipendenti della azienda sanitaria, controllando e filmando i loro movimenti per settimane.
Il Messaggero spiega che
Non a caso il sindaco Francesco Pelliccia da ha chiamato a guidare il comando dei vigili David Bonuglia, funzionario della polizia municipale di Roma, esperto in polizia giudiziaria. Ed è stato proprio Bonuglia che qualche mese fa, dopo aver ricevuto la segnalazione da alcuni cittadini, ha fatto scattare le indagini sulla sua collega. E in tempi di telecamere e telefonini non è stato difficile “incastrarla”.
I filmati e le fotografie che gli investigatori hanno allegato alla denuncia lasciano poco spazio alla fantasia: un giorno la vigilessa, in divisa, e in orario di lavoro gira tra i banchi del mercato lontano dal luogo dove avrebbe dovuto prestare servizio e senza fare rapporto su un eventuale intervento; un altro giorno, invece, le telecamere a circuito chiuso del negozio “Daquanno Nicoletta Abbigliamento” mostrano l’agente entrare nell’esercizio commerciale aggirarsi tra gli scaffali, salire al piano superiore e provarsi giacche e giacconi. E per vedere se le stanno bene davanti allo specchio, senza troppi problemi, si slaccia il cinturone lasciando la pistola sul bancone per concludere l’acquisto pagando alla cassa. Tutto durante l’orario di lavoro. Per questa ragione gli stessi colleghi, coordinati da Bonuglia, l’hanno denunciata alla procura di Tivoli per truffa aggravata (essendo un pubblico ufficiale). E ora, per lei è scattato il rinvio a giudizio.