“Vieni che ti voglio solo parlare”, poi prende a calci e pugni la sua ex compagna

La donna ha dichiarato di aver presentato altre denunce nei confronti dell'ex compagno per situazioni analoghe

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Settembre 2022 - 11:27 OLTRE 6 MESI FA
"Vieni che ti voglio solo parlare", poi prende a calci e pugni la sua ex compagna

“Vieni che ti voglio solo parlare”, poi prende a calci e pugni la sua ex compagna FOTO ARCHIVIO ANSA

“Voglio solo parlare” ma poi ha aggredito la ex compagna con pugni e schiaffi: è quanto successo il 15 agosto scorso a Monte Compatri, centro in provincia di Roma. Protagonista dell’azione violenta un cittadino romeno di 30 anni, già sottoposto all’obbligo di firma e ora finito in carcere per le accuse di lesioni aggravate e rapina.

L’aggressione alla ex compagna

L’uomo, con la scusa di volerle parlare, è riuscito a farsi aprire la porta di casa dalla sua ex, connazionale di 40 anni.
Appena entrato in casa ha iniziato a inveire contro la donna a voce alta, a tal punto da svegliare qualche vicino. Dopo pochi istanti è diventato ancor più violento, tanto da iniziare a colpire con schiaffi e pugni la sua ex, che, spaventata, ha iniziato a gridare per chiedere aiuto.

Uno dei vicini, un 50enne romano, si è precipitato in aiuto della 40enne riuscendo ad allontanare l’aggressore che, prima di abbandonare l’abitazione, ha frugato nella borsa della ex compagna portando via le chiavi della sua autovettura, con cui si è dato alla fuga lungo via Casilina, in direzione Roma.

Le denunce passate

Sul posto è intervenuto il personale del 118, che ha prestato le prime cure alla donna. Per poi decidere di trasportarla al Policlinico di Tor Vergata. I Carabinieri hanno ricostruito che l’aggressore era già sottoposto all’obbligo di firma. Inoltre, la donna ha dichiarato di aver presentato altre denunce nei confronti dell’ex compagno per situazioni analoghe. I militari, oltre a denunciare a piede libero il 30enne per rapina e lesioni aggravate, hanno richiesto e ottenuto l’aggravamento della misura a cui era sottoposto. Sostituendola con la custodia cautelare in carcere a Rebibbia.