Vieste. Ritrovata la mongolfiera scomparsa: recuperati i corpi dei navigatori statunitensi

Sono stati recuperati a una dozzina di miglia al largo della costa di Vieste, a bordo della mongolfiera sulla quale viaggiavano, i corpi dei due navigatori statunitensi precipitati in mare col loro mezzo il 29 settembre scorso mentre partecipavano alla ’54/esima Coupe Aeronautique Gordon Bennet’.

Le vittime sono gli statunitensi Richard Abruzzo e Carol Rymer Davis, partiti, assieme ad altri 19 equipaggi, alle 23:25 del 25 settembre scorso da Bristol (Inghilterra) per una gara che avrebbe vinto chi sarebbe atterrato più lontano. Abruzzo e Davis incapparono però al largo di Vieste in pessime condizioni atmosferiche, che potrebbero aver causato la caduta del loro pallone aerostatico.

I corpi – recuperati con l’ausilio di personale della capitaneria di porto di Manfredonia – sono ora nell’obitorio del cimitero di Vieste dove vengono sottoposti ad una prima ispezione medico-legale. Il ritrovamento è stato fatto dall’equipaggio del peschereccio ‘Sharon’, che, durante una battuta di pesca a strascico, ha tirato su nelle reti quel che restava del pallone della mongolfiera e il cestello a bordo del quale erano rimasti i cadaveri.

Nonostante la lunga permanenza in acqua, i corpi dei due navigatori sono stati in parte preservati dal fatto che avevano indosso le tute per la navigazione aerea, si è appreso dal comandante della capitaneria di porto di Manfredonia, Giancarlo Salvemini, che, con la Direzione marittima della Puglia, si è occupato delle operazioni per il recupero delle salme e per informare le famiglie e le autorità statunitensi.

Di Richard Abruzzo e Carol Rymer Davis, navigatori di lungo corso, si erano perse le tracce attorno alle 8 del 29 settembre, dopo che dalla mongolfiera era stata avvisata la torre di controllo dell’aeroporto di Brindisi di difficoltà a bordo: i due navigatori segnalarono che il pallone aerostatico stava scendendo velocemente verso il mare. Nella zona c’erano piovaschi e vento, con fulmini, e il mare era forza quattro-cinque.

Furono avviate ricerche in mare alle quali parteciparono mezzi aeronavali italiani e anche due velivoli Usa (un C26 e un Mpa) decollati da Napoli e da Sigonella. Il 4 ottobre le ricerche cessarono perché – fu spiegato – non c’erano più speranze di trovare in vita i due dispersi, e perché sino ad allora non era stata trovata alcuna traccia del pallone aerostatico e dei corpi. Furono però inviati messaggi di allerta alle imbarcazioni in navigazione nella zona e ai comandi marittimi.

Agli equipaggi della zona di pescherecci impegnati nella pesca a strascico fu in particolare raccomandato dalla capitaneria di battere con insistenza la zona dell’ultima segnalazione della mongolfiera, giacché, secondo la Guardia costiera, la mongolfiera era ”quasi certamente” precipitata in mare al largo di Vieste. La conclusione derivava dall’esame dei tracciati di tre radar, dai quali emergeva che il pallone aerostatico, dopo essere entrato in un temporale, in un minuto, forse dopo essere stato colpito da un fulmine, aveva fatto un salto di quota scendendo da circa 1.800 metri a 200 metri, precipitando a una velocità di circa 85 chilometri orari. L’ipotesi era dunque che i resti del pallone fossero stati trascinati sul fondale in un punto in cui la profondità è di 80-90 metri.

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