Vigile monta telecamera nascosta per fare multe: nei guai

di redazione Blitz
Pubblicato il 21 Aprile 2016 - 15:59 OLTRE 6 MESI FA
Vigile monta telecamera nascosta per fare multe: nei guai

Vigile monta telecamera nascosta per fare multe: nei guai

TORINO – Vigile si monta una telecamera nascosta sulla moto per fare più multe alle auto in divieto di sosta. E il Comando apre un’inchiesta. E’ successo a Torino, dove sul caso è stata aperta un’inchiesta interna.

A raccontare quel che ha fatto il vigile in questione, il cui nome al momento è ignoto, sono alcune foto riprese anche da Paolo Coccorese sul quotidiano La Stampa:

Ritraggono una telecamera Drifth Ghost agganciata al paramotore della motocicletta bianca e verde della polizia municipale. Così piccola che quasi non si vede, nascosta tra i tubi e la gamba dell’agente, che ha legato al manubrio il telecomando. Basta un gesto per attivarla e catturare le targhe delle auto in sosta vietata. Secondo le stime, potrebbero essere qualche centinaio i torinesi sanzionati con questo metodo, sulla cui regolarità sono in molti a storcere il naso.

Ma se è vero che le telecamere in dotazione ai vigili non sono una novità è altrettanto vero che il divieto di sosta non può essere rilevato con un semplice passaggio in moto, perché potrebbe trattarsi banalmente di una “fermata” dell’auto, lecita secondo il codice della strada. Inoltre in questi casi è valida la regola della contestazione immediata, che diventa impossibile con le riprese video. Per di più le irregolarità rilevate da uno strumento elettronico, e non da un agente, costano di più per le spese di notifica.

Insomma, quello che doveva essere un espediente per guadagnare prestigio rischia di ritorcersi contro il vigile torinese. Anche perché sul caso Gian Luigi Colantuoni, del comitato Strade-multe, ha intenzione di presentare un esposto alla magistratura:

“Le multe a chi commette infrazioni sono giuste, ma non devono diventare un’industria. Un vigile che fa le contravvenzioni non ha un profitto diretto, ma può avere comunque dei riconoscimenti. Ricevere una valutazione migliore dal proprio responsabile di settore”.

E questo, sottolinea Coccorese su La Stampa, rispedisce immediatamente alla questione multe con la telecamera sulla moto.

All’interno del Corpo c’è più di una persona che sa e chiacchiera di questa storia. E si dà di gomito raccontando che al «cacciatore in moto» sono arrivati 35 punti in fase di valutazione, il massimo possibile. «Ora fate voi le congetture che volete», dicono gli agenti scandalizzati da quella telecamera.