Vigile, quanto ci costi. A Cosenza 150% in più dello standard, Milano virtuosa

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(LaPresse foto)

ROMA – Caro vigile urbano, quanto ci costi. Cosenza spende il 150% in più di quanto dovrebbe, Roma si piazza bene sul punto d’equilibrio e addirittura Milano sborsa meno del costo standard fissato dalla Commissione sul federalismo, nell’era della lotta agli sprechi del governo Monti, a quota 100. Il Comune guidato da Giuliano Pisapia è all’83% e si schiera dalla parte dei virtuosi, insieme a La Spezia con 74, Pesaro 65 e Catanzaro con 61.

Chi sforà però dovrà rientrare nei ranghi entro tre anni e quindi tagliare. Luca Antonini, presidente della Commissione spiega: “Abbiamo avviato il percorso di superamento del criterio della spesa storica per il finanziamento degli enti locali, che è fonte di deresponsabilizzazione e inefficienza”.

A guardare anche i piccoli, ad aggiudicarsi la maglia nera degli sprechi è il Comune di Grezzago, in provincia di Milano che spende ben 30 volte il costo standard, seguito da Borgo Vercelli a quota 26 volte in più.  Comabbio, Chiusavecchia, Villa Biscossi, Campione d’Italia, Vinzaglio, Costa de’ Nobili, Zerbo, Belmonte Castello superano di 10 o 20 volte i paletti.

Poi c’è Minturno, dove l’amministrazione locale sgancia 4,4 volte in più di quanto potrebbe per i vigili urbani che sono dotati di nove autovelox, otto fissi e uno mobile.

Davanti alla bacchetta della Commissione sul federalismo, che ha approvato gli standard in base ai quali verranno distribuiti i soldi ai Comuni,  i sindaci che avrebbero avuto la manica larga per i vigili smentiscono.

A Grezzano il primo cittadino Francesco Filici dice: “Avevamo due vigili e uno l’abbiamo pure messo in mobilità. È senz’altro un errore”.

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Infografica del Corriere della Sera

Come spiega il Corriere della Sera per le Province il primo parametro elaborato è stato quello sui servizi per l’impiego, dal collocamento alla formazione, e a detenere il record negativo è Verbano-Cusio-Ossola. Gli amministratori della neonata Provincia sono evidentemente stati di manica larga, perché sono riusciti a spendere quasi sei volte il costo standard, che è poi quello che riceveranno in futuro (sempre che le Province non siano accorpate). A seguire c’è Pesaro-Urbino (4,87 volte), poi Novara, che spende tre volte di più, poi Pisa, Firenze, Bologna, Savona, L’Aquila, Vibo, Rieti tutte con una spesa almeno doppia rispetto al valore ottimale.

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