Tifo violento a Napoli: polizia fotografa i tatuaggi degli ultrà

Tatuaggi nel mirino degli investigatori nell’ambito dell’inchiesta sui fenomeni di violenza nel mondo dei tifosi. Per la prima volta alla polizia giudiziaria è stato conferito l’incarico non solo di perquisire le abitazioni degli indagati, ma anche di sottoporli a ispezione personale ”nel rispetto della dignità e, ove possibile, del pudore”, fotografando gli eventuali segni distintivi, soprattutto i tatuaggi, e prendendone le impronte digitali. Poichè, infatti, gli ultrà agiscono quasi sempre a viso coperto, proprio i tatuaggi potrebbero rivelarsi determinanti per la loro identificazione in caso di incidenti.

I tifosi perquisiti appartengono ai più noti gruppi di ultrà: Fedayn, Ultrà 72, Masseria-Secco vive, che siedono in curva B; Mastiffs, Teste Matte, Vecchi Lions, Bronx, Fossato Flegreo, Sud e Brigata Carolina, che frequentano la curva A, e Niss, (acronimo di Niente incontri, solo scontri) che per protestare contro la tessera del tifoso non frequentano più lo stadio. Per ciascuna sigla è stato emesso un decreto di perquisizione firmato dal pool di magistrati che si occupano di reati da stadio: il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e i sostituti Antonello Ardituro, Danilo De Simone, Paolo Sirleo e Vincenzo Ranieri.

Le perquisizioni si sono protratte per l’intera mattinata; gli agenti avevano il compito di cercare non solo ”armi e strumenti di offesa”, ma anche ”gli indumenti indossati dai soggetti indagati durante la commissione dei fatti delittuosi per i quali si procede, evincibili dall’esame dei fotogrammi dei filmati carpiti in occasione delle manifestazioni sportive” e ”documenti fotografici ed informatici, effetti personali ed altri oggetti testimonianti l’appartenenza degli indagati ai gruppi ultrà”.

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