ROMA – Violetta ha 17 anni e lotta per un sogno: cantare. Canta e balla, esce con gli amici, litiga col padre, è orfana, alla fine ha successo. E’ tante luci e lustrini e poche ombre. E’ questo Violetta, ovvero l’eroina della serie tv argentina prodotta dalla Disney che ha successo globale, dal Sud America, a Israele, dall’Italia alla Turchia. Le ragazzine vogliono lei, vogliono essere lei. Bambine delle elementari e poco oltre che mettono in croce i genitori per avere i biglietti dei suoi spettacoli.
Perché Violetta, ovvero l’attrice che la interpreta Martina Stoessel, canta e balla nella serie tv e anche sui palchi in tutto il mondo. Per dare qualche coordinata del fenomeno, Violetta sarà in Italia a gennaio con 21 tappe in otto città, da Milano a Catania. I biglietti sono pressoché introvabili, a Napoli rimane qualche posto in piccionaia per 44,85 euro. A Milano c’è chi li compra a 247,25 euro per l’area Diamond del Forum di Assago. E dire che le eroine per ragazzine non sono mancate negli ultimi 4 decenni. C’era Pippi Calzelunghe , che era persino ribelle e anticonformista. Invece Violetta, a parte qualche litigata col padre che non vuole faccia la baby star, è perfettamente integrata nel contesto in cui vive.
E’ entusiasta, altruista, buona, socievole, indaffarata, solare. E senza problemi. C’è stato Beverly Hills 90210 negli anni Novanta e Dawson’s Creek fino ai primi Duemila. Ma erano serie tv e basta. Con personaggi complessi. Violetta invece è molto bella e molto curata, iperaccessoriata, ed anche un monumentale prodotto di marketing, con gadget e accessori a sua immagine. Le V-lovers hanno in media tra gli 8 e i 12 anni e a differenza delle preadolescenti delle altre generazioni hanno smartphon, Facebook e Twitter. La loro eroina virtuale è quindi più a portata di mano: Violetta-Martina twitta, posta immagini, saluta, ringrazia. Impossibile resisterle.