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Viterbo, arrestato agente penitenziario. L’accusa: spaccio e corruzione in carcere

ROMA – Corruzione e traffico di sostanze stupefacenti destinate allo spaccio all’interno del carcere di Viterbo.

Con queste accuse sono state eseguite tre ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti soggetti in concorso tra loro.

Lo scrive l’agenzia Ansa.

Si tratta di un detenuto italiano, di sua moglie e di un agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella casa circondariale.

Carcere di Viterbo, le indagini

Le indagini hanno consentito di ricostruire, secondo l’accusa, tutta una serie di attività illecite.

Attività avvenute fra il dicembre 2018 e tutto il 2019.

Sempre secondo l’accusa, riporta l’Ansa, l’agente, avrebbe portato all’interno della struttura penitenziaria ingenti quantitativi di hashish e numerosi telefoni cellulari.

Scrive l’Ansa:

“Il diffuso e consistente operato del poliziotto infedele sarebbe dimostrato dal numero di telefoni cellulari di ridotte dimensioni che nel solo anno solare 2019 il reparto di Polizia penitenziaria di Viterbo ha sequestrato a vari detenuti.

35 apparecchi telefonici, rispetto ad una media annuale che precedentemente aveva raggiunto i 5 o 6.

Il detenuto ha poi rivenduto  telefoni cellulari ai suoi compagni e lo stesso avveniva con la sostanza stupefacente, da lui spacciata all’interno delle sezioni detentive”.

“L’arresto di un appartenente al Corpo, all’esito di una complessa attività di indagine dimostra la capacità del reparto di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Viterbo.

A scriverlo è gnewsonline , quotidiano del Ministero della Giustizia:

“Capacità di intervenire a difesa e a tutela dei valori di quegli stessi uomini e donne impegnati quotidianamente nel garantire l’ordine, la sicurezza e la disciplina”. (Fonte: Ansa).

 

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