Vittorio Sgarbi, chiesto il processo per le opere false di Gino De Domenicis Vittorio Sgarbi, chiesto il processo per le opere false di Gino De Domenicis

Vittorio Sgarbi rischia processo. L’accusa: “Ha certificato come autentiche opere false di Gino De Dominicis”

Vittorio Sgarbi rischia processo. L'accusa: "Ha certificato come autentiche opere false di Gino De Dominicis"
Vittorio Sgarbi rischia processo. L’accusa: “Ha certificato come autentiche opere false di Gino De Dominicis”

ROMA – Avrebbe certificato come autentici alcuni lavori riconducibili all’artista Gino de Dominicis, pittore e scultore di origini marchigiane deceduto nel 1998, ritenuti però falsi dal nucleo di Tutela del patrimonio artistico dei carabinieri. Per questo i pm di Roma hanno chiesto il rinvio a giudizio per Vittorio Sgarbi. L’indagine ebbe il suo culmine nel novembre del 2018 quando due persone finirono agli arresti domiciliari e altre venti, tra cui lo stesso storico e critico d’arte, furono raggiunte da avviso di garanzia.

I reati contestati, a vario titolo, erano quelli di associazione per delinquere, contraffazione di opere d’arte e ricettazione. A Sgarbi, in particolare, era attribuita la violazione dell’articolo 178 del codice dei beni culturali (decreto legislativo 2004) che punisce chi, conoscendone la falsità, autentica opere od oggetti contraffatti, alterati o riprodotti.

Su ordine del gip, furono sequestrate oltre 250 opere considerate contraffatte da chi indaga (per un valore di oltre 30 milioni di euro), per lo più cedute a ignari collezionisti, oltre ad altro materiale atto alla falsificazione. L’indagine coinvolse Sgarbi nella veste di presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma, composta da galleristi ed esperti d’arte. (fonte AGI)

Sgarbi: “Autentico opere false di De Dominicis?”

In un video su Facebook risalente allo scorso agosto, Sgarbi raccontava la sua versione dei fatti, attaccando il pm Laura Condemi, il gip Daniela Caramico D’Auria, la consulente della Procura Isabella Quattrocchi e l’Arma dei carabinieri: “Io scopro di essere indagato da […] Il Fatto Quotidiano – diceva – che si diverte nel dire che Vittorio Sgarbi fa perizie false, mettendo in dubbio la mia maggiore qualità di competente. Io allora andrò in Parlamento, vi porterò in Parlamento. Io sono stato amico di De Dominicis: nessuno mi ha mai chiamato, neanche i carabinieri, non mi avete chiamato e avete sequestrato 60 opere ad un collezionista che è Koelliker che ha solo opere certe! Erano perizie di quadri di collezionisti che conoscevo, e ho fatto le perizie sulle fotografie. Dove dovevo farle? […] incapaci!”.

 “Non c’è ragione di falsificare De Dominicis perché sono troppo pochi i suoi collezionisti – continuava – . Voi avete sequestrato opere originali e con voi i carabinieri che nonostante le mie collaborazioni con loro da sempre non mi hanno mai cercato, mai chiesto niente, e l’avviso di garanzia arriva solo ora perché Il Fatto possa infettarmi con le sue bugie […] Sarò indagato io ma voi dovrete vergognarvi per tutta la vita […] Voi avete dichiarato false delle opere originali, avete rovinato De Dominicis, avete rovinato il collezionismo, avete creato un mostro, ma chi falsifica De Dominicis che prima di questa inchiesta non sapevate chi era? Due totali ignote che aprono un’inchiesta non sapendo nulla”.

Sgarbi infine proclamava l’autenticità delle opere: “Non c’è un falsario, non lo avete trovato perché non c’è. Non c’è perché non sono opere commerciali, non ci sono abbastanza clienti. Vi guarderebbe con rabbia, con odio, per come avete umiliato il suo lavoro. Vergognatevi […] Ora avete rovinato De Dominicis perché ognuno ora ha paura di comprare le sue opere perché teme che siano false. False siete voi! E vergognatevi!”. (fonti ANSA – AGI)

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