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Viviana Parisi, l’appello del procuratore: “Padre, madre e due figli, spero si facciano vivi”

Viviana Parisi, le ultime notizie: il video e l’appello del procuratore ai testimoni.

Si cercano i testimoni che si sono prestati a soccorrere Viviana Parisi subito dopo l’incidente in autostrada.

Si tratta di una famiglia del Nord Italia: padre, madre e due figli adolescenti.

Lui 50enne, calvo, abbronzato, con maglietta e bermuda. Lei 45enne carnagione chiara, capelli raccolti e vestito blu. I due figli adolescenti, una ragazzo e una ragazza. Ed erano con un’auto grigia.

Viviana Parisi, 43 anni, lo ricordiamo, è la deejay torinese trasferitasi per amore 16 anni fa nel Messinese e trovata morta sabato 8 agosto 2020 nelle campagne di Caronia (Messina), cinque giorni dopo essere sparita nel nulla col figlio di quattro anni Gioele. Figlio che ancora non è stato ritrovato.

Il procuratore lancia l’appello: “Qualcuno di loro parli con polizia o carabinieri, non hanno alcunché da temere”.

La loro testimonianza sottolinea il pm è importante: possono chiarire se Viviana “aveva il piccolo Gioele in braccio o se il piccolo le camminava accanto…”.

A che punto sono le indagini?

Capitolo numero uno: il video.

Un video colloca Viviana Parisi nella sua auto con il figlio di 4 anni e dà la “ragionale certezza” che lui fosse con lei fino al luogo dell’incidente stradale.

E’ il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, a fare il punto sulle indagini della squadra mobile di Messina per un quadro più chiaro nella dinamica.

“Iniziamo a ritenere – spiega – che Gioele fosse con la madre al momento del sinistro. Al momento questa rimane un’ipotesi, ma la più plausibile”.

Che poi fa un’ulteriore e più convinta rivelazione: “Siamo ragionevolmente sicuri che in quel momento la signora fosse ancora con il figlio”.

Ma questo, spiega il pm, non porta a privilegiare l’ipotesi omicidio-suicidio perché al momento “sono tantissime le tesi che restano in piedi”.

In realtà una pista privilegiata per la Procura esiste già, anche se prima di ufficializzarla vuole esserne prima esserne sicura.

Ma elementi ci sono dai primi dati emersi dall’autopsia, che “restano al momento coperti da segreto istruttorio”.

“Dalla relazione medico legale – dice il procuratore di Patti – ci aspettiamo un risposta definitiva, soddisfacente, non credo ci siano grosse incertezze”.

Capitolo numero due: i testimoni.

Intanto si parte allora dalla “ragionevole certezza”: madre e figlio erano insieme quando l’Opel Corsa di Viviana Parisi, alla guida della propria auto, ha un incidente con un furgone sull’autostrada Palermo-Messina.

Ma Gioele in quel momento era vivo o morto?

A questo quesito può contribuire a rispondere la “famiglia del nord Italia, padre, madre e due figli adolescenti” che è tra i primi a fermarsi per prestare soccorso.

“Ha fatto un’azione meritoria” spiega il procuratore che rilancia il suo appello: “Qualcuno di loro parli con polizia o carabinieri, non hanno alcunché da temere”.

La loro testimonianza sottolinea il pm è importante: possono chiarire se Viviana “aveva il bambino in braccio o se il piccolo le camminava accanto…”.

La differenza è lampante: nel primo caso poteva essere già morto, nel secondo ci sarebbe la certezza che Gioele era vivo.

Il Pm dà anche la descrizione dei testimoni: “Lui 50enne, calvo, abbronzato, con maglietta e bermuda; lei 45enne carnagione chiara, capelli raccolti e vestito blu; i due figli adolescenti, una ragazzo e una ragazza; erano con un’auto grigia”.

A fornire gli elementi sulla famiglia del ‘Nord’ sono state altre persone che si erano fermate per prestare soccorso, comprese le due che hanno telefonato al 112.

Nella registrazione della chiamata raccontano di una famiglia che ha parlato di una donna e un bambino scomparsi. Per accertare la dinamica sull’accaduto la Procura ha già fatto controllare la casa di Viviana e anche la sua auto.

E sulla vettura “non sono state trovate tracce di sangue evidenti”. Ma approfondimenti sono in corso.

“Abbiamo più e più volte ripercorso tutti gli itinerari possibili – conferma il procuratore – per cercare Gioele con cani non solo molecolari, ma anche con quelli specializzati nella ricerca di resti umani. E’ un luogo impervio e bisogna battere cespuglio per cespuglio”.

Sui rapporti tra Viviana e il marito il pm non si aspetta grandi novità, perché “il quadro familiare che emerge pare normale”.

Mentre sull’ipotesi che la donna si sia lanciata dal traliccio con bambino il Pm è molto scettico: “Mi pare molto difficile”.

Eppure in serata proprio sul traliccio e nella zona del ritrovamento del corpo di Viviana il procuratore e la polizia scientifica hanno compiuto un ulteriore sopralluogo, anche con distacco dell’energia elettrica.

Si cercano le impronte della donna sul traliccio. Sembravano i prodromi di una svolta nelle indagini, che ancora è ferma alla “ragionevole certezza” che madre e figlio sono arrivati fino a lì. (Fonte: Ansa).

 

 

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