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Viviana Parisi, i periti della famiglia Mondello: “Il furgone ha investito la sua auto”

I periti delle famiglie Mondello e Parisi esaminano i mezzi coinvolti nell’incidente avvenuto sulla A20 Messina-Palermo.

E’ probabile che il furgone abbia investito l’auto di Viviana Parisi, la mamma Dj trovata morta nelle campagne di Caronia insieme al figlio Gioele.

A sostenerlo sono Carmelo Costa e Giuseppe Monfreda, consulenti delle famiglie Mondello e Parisi che hanno effettuato i rilievi presso l’autosoccorso Letizia di Brolo, sia sulla Opel Corsa della donna che sul camion con il quale ha avuto l’incidente nella galleria Pizzo Turda della A20.

“Sia l’auto di Viviana Parisi che il mezzo degli operai dell’autostrada erano in movimento il 3 agosto e quindi il furgone non era fermo come si è pensato in un primo momento”, affermano gli esperti. 

“Ed è probabile che lo stesso furgone abbia tentato di invadere la corsia di sorpasso investendo l’auto della donna”. 

“Secondo i primi riscontri – proseguono i periti – il seggiolino dove viaggiava Gioele era slacciato e non attaccato all’auto. Ora andremo nella galleria Pizzo Turda sulla A20 Messina Palermo nei pressi di Caronia per ricostruire meglio la dinamica dell’incidente”.

Gioele non era sul seggiolino

“Il seggiolino non era utilizzabile, quindi Gioele non era lì, era seduto da un’ altra parte nell’auto”. A dirlo è Carmelo Costa, consulente dei legali di Daniele Mondello, dopo l’esame sull’auto.

Sul furgone con cui l’auto di Viviana si è scontrata aggiunge: “Abbiamo esaminato tutti i danni. Il camion aveva già subito delle riparazioni perché era stato sequestrano non nell’immediatezza, ma fortunatamente nella porta coinvolta nell’incidente non aveva subito riparazioni quindi abbiamo potuto fare le nostre analisi”. 

L’avvocato di Daniele Mondello: “Il camion sequestrato solo il 10 agosto”

“Mentre giustamente l’auto di Viviana è stata sequestrata lo stesso 3 agosto (giorno dell’incidente, ndr), il camion di manutenzione delle autostrade è stato sequestrato solo il 10 settembre. E sembra già avessero cominciato delle riparazioni”.

A dirlo è Pietro Venuti, legale di Daniele Mondello marito di Viviana e padre di Gioele. “Quello che emerge – prosegue il legale – non ci fa stare tranquilli. Potrebbe infatti essere stata modificata una prova che riteniamo fondamentale per accertare la verità sulla dinamica dell’incidente”.

L’avvocato della famiglia Parisi: “Nessuna impronta di Gioele sul parabrezza”

Continuano intanto le indagini per  fare luce sull’accaduto. “Sul parabrezza, a seguito degli accertamenti eseguiti col luminol dalla polizia Scientifica, non ci sono impronte di Gioele”, dice l’avvocato Antonio Cozza, difensore di Luigino Parisi, il papà di Viviana.

“Il nostro consulente, il biologo forense Salvatore Spitaleri, del Centro investigazioni scientifiche (Cis), presente nell’autorimessa di Brolo dichiara che non ci sono impronte digitali del bambino”.

“Spitaleri che è biologo forense con esperienza venticinquennale al Ris Carabinieri di Messina – spiega l’avvocato Cozza – ha effettuato sulla vettura accertamenti. Per rilevare impronte digitali, di sudore o di sebo e non ci sono impronte cosiddette papillari”.

“Per impronta si intende un’alterazione o modificazione dello stato, mediante segno lasciato dai polpastrelli, su una superficie, in questo caso il parabrezza”.

“Le impronte papillari- ribadisce il legale – utili all’identificazione di una persona, nel nostro caso del bambino, sono classificabili in tre categorie: le impronte digitali, palmari e plantari e dai rilievi effettuati dal nostro esperto Spitaleri, non ci sono impronte di Gioele”.

“Ci sono altri tipi di impronte che dovranno essere analizzate ed attribuite”. (Fonte: Ansa).

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