WhatsApp, basta chat di gruppo dei genitori. Lo ordina la preside WhatsApp, basta chat di gruppo dei genitori. Lo ordina la preside

WhatsApp, basta chat di gruppo dei genitori. Lo ordina la preside

WhatsApp, basta chat di gruppo dei genitori. Lo ordina la preside
WhatsApp, basta chat di gruppo dei genitori. Lo ordina la preside

LIVORNO – Cari mamme e papà, basta gruppi su WhatsApp. Lo ordina la circolare di una preside di Rossignano Marittimo, in provincia di Livorno, che ha invitato le famiglie dei suoi alunni a darsi una regolata sulle chat che, da preziosa miniera di informazioni, spesso degenerano in vere e proprie polveriere. Per Nicoletta Latrofa, dirigente dell’Istituto Giovanni Fattori, non è una guerra contro la tecnologia, ma un argine alla confusione e all’invadenza di certi genitori.

In realtà non di vero e proprio obbligo si tratta, è piuttosto un invito ad una seria e ponderata riflessione. “Consideriamo il gruppo semplicemente per quello che è – si legge nella circolare –  ovvero un veloce mezzo di diffusione di informazioni smart e non il surrogato del sano, meraviglioso, insostituibile contatto umano”.

Generalmente le mamme e i papà si incontrano per la prima volta all’assemblea di classe. Qui il più propositivo di tutti, che quasi sempre finisce per fare il rappresentante dei genitori, raccoglie i numeri di cellulare per poi creare la chat di WhatsApp. I genitori cominciano così a recuperare informazioni come i compiti assegnati per i figli ammalati, eventuali uscite anticipate o anche mandare inviti di compleanno. Sempre più spesso però quelle stesse chat diventano il luogo di accesi scontri, scatenando odiose risse e insulti.

Raggiunta dal Corriere della Sera, la preside Latrofa spiega: “Queste sono famiglie di genitori molto giovani di figli nativi digitali che sanno usare benissimo gli smartphone, ma hanno bisogno di regole di comportamento e noi come scuola dobbiamo dargliele: i ragazzi devono assumersi le loro responsabilità, imparare dai loro sbagli”.

“Così non si fa il bene dei ragazzi – conclude – li si danneggia, lasciamoli crescere, è proprio alle scuole medie che cominciano a imparare le regole”. E a quanto pare i genitori condividono, dal momento che la circolare è stata accolta con un certo sollievo.

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