Wikileaks, difesa di Manning chiede riduzione dei capi d’accusa

NEW YORK, 22 DIC – Dopo sette giorni si e’ oggi conclusa la fase dibattimentale dell’udienza del tribunale militare che deve stabilire se il soldato Bradley Manning, accusato di essere la ‘talpa’ di Wikileaks, debba finire davanti alla corte marziale, dove rischia una condanna all’ergastolo.

Nella sua arringa conclusiva, la difesa ha chiesto che i 22 capi d’accusa sollevati contro di lui vengano ridotti a tre, per i quali rischia comunque fino a 30 anni di carcere.

Il dibattimento si e’ svolto negli ultimi cinque giorni nella base di Fort Meade, in Maryland.

L’accusa ha presentato 20 testimoni, tra cui un ex hacker, Adrian Lamo, che ha raccontato di avere intrattenuto con Manning per sei giorni una conversazione via internet in cui ha appreso dei cablo diplomatici e dei documenti e video militari che il soldato avrebbe copiato grazie all’accesso che aveva al grande data-base militare in virtu’ del suo lavoro in Iraq.

Manning, che ha appena compiuto 24 anni, e’ accusato di aver rubato oltre 700 mila file classificati e di ”collusione con il nemico”, quando lavorava come analista di intelligence in Iraq, nel 2009 e 2010. Se condannato, rischia l’ergastolo. In realta’, alcune delle accuse sollevate contro di lui prevedono la pena capitale, ma il procuratore militare ha fatto sapere che non intende chiedere una punizione del genere.

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