Una testimone parla di un calcio all’addome a Willy Monteiro Duarte, secondo lei sferrato da Gabriele Bianchi: la ragazza è stata intervistata dal Messaggero.
“Gabriele Bianchi ha sferrato a Willy un calcione all’addome che l’ha fatto cadere a terra e non lo ha fatto più respirare, poi tutti, lui, il fratello più piccolo Marco, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, l’hanno colpito ancora. Senza pietà. Willy è morto tra le mie braccia, non ha avuto nemmeno il tempo di rendersene conto. Sono tutti colpevoli”: a dirlo è una delle testimoni principali dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro (Roma).
La giovane, 23 anni, è stata intervistata da Alessia Marani de Il Messaggero e ha ricostruito quanto accaduto quella notte tra sabato e domenica 6 settembre.
Tanti colpi, ma forse uno fatale
La ragazza sostiene che Willy abbia ricevuto “tanti colpi, calci e pugni. Quando è caduto a terra lo hanno colpito tutti”. Ma il colpo letale, ha detto al Messaggero, è stato “il primo calcio all’addome, dato a freddo da Gabriele. Willy è rimasto senza fiato, l’ho sentito tirare due respiri e poi emettere come un rantolo. È finito a terra e quelli gli sono andati sopra. È durato tutto pochissimo”.
Lei ha provato a soccorrerlo: “L’ho visto morire praticamente tra le mie braccia, ho fatto largo a una donna che ha provato a fargli il massaggio cardiaco ma ormai era inutile”.
L’autopsia ha confermato che Willy Monteiro Duarte è morto dopo il pestaggio: lesioni al torace, al collo, all’addome, con conseguente choc e arresto cardiaco.
Il timore di denunciare i fratelli Bianchi
Alla giovane Alessia Marani domanda anche se non abbia paura: “Pare che in molti già prima dell’omicidio non abbiano avuto il coraggio di denunciare i fratelli Bianchi e gli altri. E ancora oggi alcuni tentennano a testimoniare sul delitto”.
“Vede, io studio Giurisprudenza all’Università a Roma e anche se, per mantenermi, vivo all’estero e lavoro come cameriera in un ristorante di Briatore, un giorno farò l’avvocato: la giustizia viene prima di tutto”, la risposta della ragazza. (Fonte: Il Messaggero)