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Windjet. 300 mila persone a piedi, ma Pulvirenti: “Il Catania non si tocca”

di Warsamé Dini Casali |14 Agosto 2012 9:46

Il presidente di Windjet e del Catania Calcio Antonino Pulvirenti

ROMA – Mentre 300 mila passeggeri appiedati dalla Windjet cercano disperatamente di recuperare un biglietto a prezzi comunque maggiorati, il presidente della compagnia aerea Antonino Pulvirenti spende senza scrupolo alcuno mezzo milione di euro per rinnovare il contratto dell’attaccante argentino Barrientos in forza al Catania Calcio. Mentre 500 lavoratori impiegati in Windjet vedono gravemente compromesso il loro futuro insieme a non meno di altre 800 persone coinvolte nell’indotto, il presidente Pulvirenti ammette con disinvoltura che se le cose in Windjet sono andate male bisogna accettarlo “sono i rischi di chi fa impresa”. Ma il Catania no, quello “non si tocca”.

Disinvolto, appunto, sincero, perfino troppo, Antonino Pulvirenti si è lasciato, diciamo così, incastrare dal bravo cronista del Corriere della Sera Fabrizio Roncone che lo ha intervistato “a sua insaputa”, sua di Pulvirenti ovvio. “Mi promette che questo colloquio non si trasformi in un’intervista?” “Promesso”: è la divertente introduzione all’intervista “rubata”, dove però da ridere rimane ben poco. Il simpatico Antonino Pulvirenti detto “Nino” è proprietario della holding finanziaria Finaria, la quale controlla la compagnia aerea praticamente fallita e la società di calcio Catania che, invece, va a gonfie vele, ha i bilanci in regola e è pure forte in campionato.

Lo scrupolo iniziale è dedicato solo a mantenere una certa riservatezza, un profilo basso prima dell’incontro che si annuncia delicatissimo con i rappresentanti del Governo (il ministro Passera) e i vertici di Alitalia. Windjet, stante la perdurante impossibilità a proseguire la sua corsa potrebbe, si spera, finire nell’orbita di Alitalia, ma la trattativa si è arenata più volte, portarla in porto è complicato. Ad aprile la compagnia aveva messo tutto il personale in mobilità: pesanti perdite economiche pregiudicavano il prosieguo dell’attività. Alitalia era pronta all’acquisizione, anche l’Antitrust a luglio aveva dato il via libera subordinandolo alla cessione di alcune licenze.

Quando sembrava fatta, Pulvirenti si tira indietro, giudicando troppo onerose, per lui, le garanzie sui debiti di Windjet e accusando l’Alitalia di volere il colpo di mano forte del pronunciamento dell’Antitrust. Il resto è cronaca recente: insolvibile, incapace di pagare i debitori e di essere in regola per le normali operazioni di volo, Windjet si eclissa, cessa tutte le emissioni di biglietti, scompare dal sito web. Un caos, o meglio un vero casino, con la necessità, oltre alla preoccupazione degli addetti che rischiano il posto di lavoro, di trovare un posto stavolta su un aereo a una massa di passeggeri di 300 mila unità. 12 stadi pieni da 25 mila posti, giusti giusti i Mssimino di Catania. Perché ubi calcio minor cessat…

Quello è il vero business, e i tifosi sono le uniche persone che il presidente si sente in dovere di tranquillizzare. “I tifosi stiano tranquilli”, testuale nell’intervista “rubata”. Ma non ditelo a Passera, però.

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