Yara, l’autopsia e le coltellate dicono che ha lottato con il suo assassino

BERGAMO – A quattro giorni dall’autopsia sul corpo di Yara Gambirasio è giallo sulle prime risultanze anatomopatologiche. Secondo quanto si è appreso, infatti, il corpo di Yara è stato colpito da dei fendenti che però sembrava non trovassero riscontro nei vestiti. Nelle ultime 48 ore si sono quindi aperte ulteriori ipotesi sulla dinamica dell’omicidio, anche perché alle lesioni da taglio si erano affiancati i segni di una pressione sul collo compatibile con uno strangolamento.

Ma, secondo indiscrezioni emerse da ambienti investigativi i segni dei quattro tagli longitudinali (uno più vasto e profondo, gli altri tre superficiali), compaiono anche sui vestiti che Yara indossava. Anzi, uno dei fendenti, secondo l’ipotesi formulata dagli inquirenti sulla dinamica dell’aggressione, avrebbe tranciato di netto lo slip di Yara: un taglio preciso, che non potrebbe essere stato inferto se non da una lama, e che quindi esclude l’ipotesi di un punteruolo o cacciavite come arma del delitto. E’ stata anche confermata la lesione profonda, sempre da taglio, tra la scapola e il rachide cervicale.

Yara, quindi, è stata aggredita, si è divincolata e ha cercato di sfuggire al suo aggressore, per questo è stata colpita da dietro, con i quattro fendenti non mortali, alla schiena, e presumibilmente dopo con quello più violento alle spalle. Nel girarsi e nel lottare con il suo assassino, uno dei fendenti ha tagliato lo slip. Si continua comunque a ritenere con certezza che sulla ragazzina non è stata fatta violenza e che Yara non è mai stata spogliata nelle parti intime.

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