Yara, otto giorni dopo la scomparsa quattro veglie nella bergamasca per continuare a sperare

Sono passati 8 giorni da quel freddo 26 novembre: erano le 18:30, Yara Gabrirasio, 13 anni, una promessa della ginnastica ritmica, sarebbe dovuta tornare a casa, dove viveva con i suoi genitori a Brembate Sopra, nel bergamasco.

Ma Yara, a casa, non ci è mai arrivata. Le ricerche sono iniziate subito, e subito si è temuto il peggio: a differenza di altre sue coetanee, la tredicenne non ha mai dato motivo di sospetti di fuga, o di desideri particolari, anzi. Su Facebook, una delle prime piste considerate in questi casi, Yara non ha neppure un profilo.

La neve scesa in questi giorni non ha aiutato, ma la mobilitazione è stata generale. Oltre alla Protezione Civile, con i cani della polizia, ai vigili del fuoco e alla Forestale sono scesi in campo le istituzioni e i semplici cittadini.

Brembate è un paese con il fiato sospeso: niente luminarie né alberi di Natale finché la piccola Yara non sarà a festeggiare il 25 dicembre a casa sua.

E in questa atmosfera tesa ma sempre discreta si attende la veglia di questa notte. Era stata la stessa famiglia Gambirasio a chiederlo: nessuna fiaccolata, solo tante preghiere.

Così questa sera, alle 20:30, nella chiesa parrocchiale di Brembate Sopra il parroco don Corinno Scotti terrà una veglia per Yara. Con lui anche il vicario della Diocesi di Bergamo, monsignor Davide Pelucchi.

I genitori della ragazzina non ci saranno, troppo grande il dolore, troppo forte il contegno. Ma con il pensiero saranno lì, e con una lettera del padre di Yara. Una lettera in cui si fa appello a tutti i cittadini perché collaborino con le forze dell’ordine e raccontino qualunque particolare utile alle indagini.

La lettera sarà letta nella chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta di Brembate Sopra, da don Corinno Scotti.

Ma nel frattempo i fedeli della bergamasca potranno ricordare e pregare per la loro corregionale anche nelle chiese parrocchiali di Barzana, Prezzate e nella chiesetta delle Cascine di Almenno San Salvatore.

Tanti cittadini, tante preghiere, tanto dolore silenzioso. Ma nessun giornalista, fotografo o telecamere a raccontare questa dolorosa speranza.

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