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Yara, fiori sul suo banco vuoto. Il paese è sotto choc

di admin |28 Febbraio 2011 21:05

BERGAMO – E’ rimasto vuoto per tre mesi mentre le sue compagne della III C continuavano la vita di classe, pensando ad una Yara che prima o poi sarebbe tornata sorridente tra loro. Lunedì quel banco è stato ricoperto di fiori, soprattutto primule, fotografie e messaggi. Sotto una pioggerella autunnale, tra i genitori che a Bergamo hanno accompagnato i figli a scuola, c’era poca voglia di parlare. Yara, scomparsa il 26 novembre scorso, è stata trovata morta sabato pomeriggio e oggi era il primo giorno di scuola dopo il tragico epilogo. Davanti l’istituto, gestito dalle suore Orsoline, la preside suor Carla Lavelli ad attendere i ragazzi, vigilando con fermezza sulla loro tranquillità.

E’ toccato a lei poi entrare in III C e spiegare ai compagni di Yara il dramma, con parole adatte agli adolescenti. Ma prima ha accettato di parlare con i giornalisti. ”Ci troviamo a gestire un lutto – dice – Dobbiamo cercare di capire cosa significa questo avvenimento per noi e in che modo può renderci più umani e migliori. Dobbiamo imparare ad affrontare la morte, perché fa parte della nostra vita”. Una pausa per non lasciarsi travolgere dalla commozione. ”Ma la morte di Yara è stata atroce e ingiusta – continua poi cercando di mantenere un tono sereno – La persona che ha commesso un atto del genere dovrebbe ritrovare la propria umanità, che in questo momento vuol dire legalmente costituirsi. Parlare di perdono, adesso, vorrebbe dire banalizzarlo. Il perdono bisogna costruirselo dentro”.

Qualcuno ricorda alla religiosa che il parroco, Don Corinno, aveva parlato della presenza di un orco nella comunità. ”Io parlerei piuttosto della banalità del male – riflette Suor Carla – Il male è in mezzo a noi e dentro di noi. Non basta colpevolizzare qualcuno, bisogna lavorare perché questo male che è dentro di noi non sfoci in atti di questo genere”. Più volte,anche in questi giorni, la preside ha parlato al telefono con mamma Maura. ”E’ una donna forte – dice – Ma il dolore che sta provando è impossibile da sostenere. Se non altro, oggi ha la certezza di sapere dove è la figlia e questo può essere per lei una consolazione”.

Quando rientra a scuola e raggiunge la III C, il banco di Yara è ricoperto di fiori e messaggi. ”Yara, il Paradiso ha ricevuto l’angelo più bello mai esistito – ha scritto una delle sue amiche del cuore – Continua a brillare, piccola stella”. Fuori da scuola i genitori restano a parlare tra loro. Solo in pochi commentano. ”Che dovremmo dire ?- replica una madre – Io vorrei solo che chi ha fatto una cosa del genere venga trovato al più presto e punito”. A Brembate Sopra, in via Rampinelli, per tutta la giornata è proseguito il pellegrinaggio silenzioso di chi ha voluto portare il suo personale messaggio di conforto ai genitori della ragazzina. Un bimbo, insieme a mamma e papà, è arrivato stringendo tra le mani una rosa bianca, un orsetto di peluche e un biglietto.

Ma come ieri fiori e biglietti sono stati lasciati in un’aiuola a 50 metri da casa Gambirasio. I genitori di Yara sono rimasti chiusi nella loro villa. Lunedì la comunità si riunisce per una messa (un’altra è in programma a Bergamo) e per una fiaccolata. La fiaccolata era già in programma da giorni come momento di speranza per il ritorno di Yara. Adesso i lumini brilleranno nella notte come una preghiera per lei.

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