Yara Gambirasio, torna la pista del cantiere

Yara Gambirasio

BREMBATE SOPRA (BERGAMO) – Torna la pista del cantiere edile, forse quello di Mapello, per l’omicidio di Yara Gambirasio. La ragazzina rapita e poi trovata morta vicino a Brembate di Sopra (Bergamo) sarebbe stata uccisa con un taglierino da muratore.

Sarebbero state provocate con questo attrezzo le quattro ferite trovate sulla schiena di Yara. Nessuna di queste, però, ne ha provocato la morte. Secondo quanto è stato accertato dal medico legale, infatti, il decesso sarebbe sopraggiunto per una concausa di fattori, dal colpo inferto con violenza sulla testa di Yara, all’ insufficienza respiratoria dovuta, forse, a un tentativo di strangolamento, oltre che alle ferite sul corpo e alla permanenza al freddo sul campo di Chignolo, dove fu ritrovata tre mesi dopo la scomparsa. L’ipotesi che Yara sia stata colpita da un taglierino, che peraltro non è mai stato ritrovato, è avallata dal fatto che sulle ferite e nei bronchi sono state trovate tracce di polveri da cantiere.

Torna a farsi strada, dunque, l’ipotesi di un nesso con il cantiere edile di Mapello, gia’ battuto nelle prime settimane di ricerca, o con qualche operatore del settore che possa averci avuto a che fare. ”Sapere con quale arma è stata colpita Yara è importante, ma purtroppo ad oggi non c’e’ ancora una svolta nelle indagini”, fanno pero’ sapere gli inquirenti, che continuano a lavorare sul caso. In merito alla posizione del marocchino Mohammed Fikri, è ancora incerta la data del pronunciamento del gip sulla richiesta di archiviazione formulata a meta’ luglio dalla procura. Il ritardo sarebbe dovuto unicamente ai tempi tecnici.

Il fascicolo è corposo e da luglio ad oggi c’è stato un lungo periodo di ferie. Il dna trovato sugli slip di Yara, l’unica traccia ritenuta altamente indiziaria, non è il suo e per gli inquirenti l’operaio magrebino è da tempo fuori da ogni sospetto.

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