BERGAMO – La traccia di Dna trovata sui vestiti di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) uccisa nel novembre del 2010, “non può essere che di Massimo Giuseppe Bossetti e su questo non ci sono dubbi”: a dirlo, in una intervista al settimanale Giallo, è il genetista Giorgio Portera, consulente della famiglia di Yara.
Rispondendo ad una domanda su quella che viene considerata la “prova regina” che ha portato alla condanna del muratore di Mapello, il genetista ribadisce la tesi dell’accusa: “Il Dna è un macigno contro Bossetti, una prova granitica e inconfutabile della sua colpevolezza”.
Il test su quella traccia biologica è stato ripetuto più volte e ha dato sempre lo stesso risultato:
“All’interno della traccia biologica analizzata sono stati individuati 52 marcatori che lo identificano come quello della persona che ha aggredito Yara”.
Anche se in aula un altro genetista, Marzio Capra, consulente del pool difensivo di Bossetti, aveva detto:
“I test non sono validi perché inquinati ed eseguiti con kit scaduti. Inoltre, il Dna mitocondriale non combacia con quello di Bossetti. Insomma, non abbiamo una traccia forense ma solo un pezzo di Dna”.
Ma per i giudici le cose non stanno così. E questo anche se la difesa ha evidenziato che su Yara è stato trovato il Dna nucleare di Bossetti ma non quello mitocondriale. Spiega Portera:
“In nessun caso il Dna mitocondriale può avere valore identificativo. L’assenza del mitocondriale, che può dipendere da vari fattori, non ha alcun valore in relazione al processo nei confronti dell’imputato. Non bisogna meravigliarsi o essere perplessi. Ci sono giustificazioni tecniche sull’assenza del Dna mitocondriale”.
A spiegare la differenza tra i due tipi di Dna è il genetista Giuseppe Novelli:
“Il Dna nucleare è l’unico che permette di identificare con certezza un soggetto. È come un’impronta digitale, ed è quello che è servito a identificare Ignoto 1. Il Dna nucleare, come dice la parola, si trova nel nucleo delle cellule e contiene informazioni genetiche ereditate al 50% dalla madre e al 50% dal padre”.