Yara Gambirasio, la testimone: “Incontrai Bossetti, mi chiese se mia sorella era bella”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Ottobre 2014 - 16:11 OLTRE 6 MESI FA
Yara Gambirasio, la testimone: "Incontrai Bossetti, mi chiese se mia sorella era bella"

Massimo Bossetti

BERGAMO – Una donna di 40 anni il cui nome non è stato reso noto per ragioni di riservatezza, 15 giorni fa è stata sentita dalla Procura di Bergamo. Come racconta Donatella Tiraboschi in un articolo sul Corriere della Sera, la donna ha detto di aver ricevuto delle avances da Massimo Giuseppe Bossetti, l’unico accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. La donna cercava uno specchio per la sua nuova casa. La signora trova l’oggetto in un sito di e-commerce. Il venditore era Bossetti e lei lo ha contatto tramite whatsapp. Ad un certo punto Bossetti chiede anche informazioni sulla sorella. “Ma è bella come te?”

Scrive il Corriere

“Quando la sera del 16 giugno ha visto al telegiornale le immagini del presunto assassino di Yara Gambirasio, ha avuto un colpo. Quell’uomo lei lo aveva incontrato giusto un mese prima, il 16 maggio alle 18.30 a Chignolo d’Isola. Lui, Massimo Bossetti, le aveva proposto come luogo del rendez -vous il cimitero del paese. «Un luogo meno lugubre non ce l’ha?», aveva risposto lei, rifiutandosi seccamente e proponendogli un’alternativa. L’incontro Lei è una donna di 40 anni (niente nomi per ragioni di riservatezza) ed è entrata nelle indagini da quando è stata sentita 15 giorni fa dalla procura di Bergamo in veste di testimone: all’inizio dell’estate da Merate (Lecco) ha traslocato in provincia di Bergamo dove oggi lavora come impiegata; all’epoca, era alla ricerca di uno specchio per la nuova casa”.

“Trova l’oggetto su un sito di e-commerce, prezzo 60 euro, e chiama l’offerente via whatsapp. L’interlocutore è Bossetti ed è il 15 maggio. Bossetti le spiega che l’indomani sarebbe stato a Mantova per lavoro e che sarebbe rientrato a Mapello solo nel tardo pomeriggio. Vada per le 18.30. Dove? ‘Ci vediamo al cimitero di Chignolo’, le propone lui. ‘Mi sono rifiutata. Ma com’è che una persona che non conosci ti chiede di incontrarsi di sera in un posto del genere? Gli ho detto: “ci si vede davanti alla Flag”’. Nello spiazzo davanti all’azienda che produce materie plastiche a Chignolo, Bossetti si presenta in perfetto orario «guidando il furgone e vestito con un paio di jeans e una camicia a quadri’. Ha con sé lo specchio. ‘Mi piaceva e abbiamo concluso per 35 euro’. Bossetti, nel corso dell’incontro durato 15 minuti, le fa intendere di stare per chiudere un’attività ed avviarne un’altra. ‘Ad un certo punto mi chiede: ma tu lavori? Io avrei giusto bisogno di un’impiegata che mi segua ovunque’. Ovunque? ‘Sì anche a me ha impressionato questa cosa: cosa significa ovunque?'”.

“‘Tua sorella è bella come te?‘ Bossetti, però, non demorde. ‘Mi chiede: ma una sorella non ce l’hai? Sì, più piccola di me. E lui di rimando: ma è bella come te? Ho tagliato corto: è mia sorella’. Morale: ‘Mi è sembrato il classico cascamorto, ma tutto sommato una persona normale. Non mi sono scandalizzata più di tanto, sono una bella donna e a certe cose sono abituata’. L’immagine più aderente del Bossetti che ha visto quella sera corrisponde a quella che è girata, fin dai primi momenti del fermo: ‘Grandi occhi azzurri, i capelli e la barba di un biondo molto curato e l’abbronzatura. O meglio il volto rosso di chi resta con la tonalità aragosta’. Il suo contatto telefonico è rimasto nel telefonino di Bossetti e l’acquirente dello specchio è entrata nell’inchiesta come testimone. «Se non ti piace lo specchio ti ridò i soldi, mi ha detto Bossetti congedandosi, ci risentiamo. Non l’ho più sentito e l’ho rivisto un mese dopo in tivù. Non ci ho dormito per dieci giorni. Lo specchio quello c’è ancora, ma con una cornice nuova. Me l’aveva spacciata per legno invece, era di plastica’”.