BERGAMO – I familiari di Massimo Giuseppe Bossetti, unico indagato per l‘omicidio di Yara Gambirasio, fanno come lui: non rispondono ai pubblici ministeri che li interrogano.
Venerdì 28 novembre i carabinieri di Bergamo hanno convocato, come persone informate sui fatti, la moglie di Bossetti, Marita Comi, il fratello della donna, Agostino Comi, e il fratello di Massimo, Fabio Bossetti, questi ultimi con le rispettive mogli. E tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, possibilità concessa ai parenti stretti degli indagati. Solo la moglie di Agostino Comi ha dovuto rispondere, perché il suo grado di parentela con l’indagato non è abbastanza stretto.
Gli avvocati che difendono Bossetti dall’accusa di aver ammazzato la tredicenne di Brembate di Sopra (Bergamo) sostengono che la Procura “usa contro Bossetti tutto quello che viene riferito” e si sarebbero verificate “inaccettabili pressioni” per spingerlo a confessare “anche da coloro a cui era stata affidata la propria custodia”, compreso il cappellano del carcere di Bergamo, invitato dagli avvocati ad “occuparsi di anime e non di strategie”.
I commenti sono chiusi.