BERGAMO – Era il luglio del 2012 quando la madre di Massimo Giuseppe Bossetti, Ester Arzuffi venne convocata per il test del dna. La lettera di convocazione venne portata a casa sua a Terno d’Isola ma lei non c’era. Così gli agenti lasciarono una notifica. Quando tornò a casa Ester Arzuffi trovò la convocazione e chiamò Massimo Bossetti. Prima sul fisso, poi sul cellulare. Poi fu lo stesso Massimo a richiamare la madre. Il giorno dopo Ester Arzuffi andò in questura e fece il test. Ma ad accompagnarla non fu Massimo ma un altro parente.
Questo solo l’ultimo retroscena dell’indagine di migliaia di pagine che il pm Letizia Ruggeri sta per chiudere. Indagine nei confronti di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio. Nessun elemento decisivo, nessuna prova ma le telefonate tra la madre e il figlio in quei giorni vengono considerate dagli investigatori molto importanti.
“Quando mi hanno chiamato per il prelievo della saliva l’ho detto a Massimo. E mi ha risposto che dovevo andarci tranquilla, perché non c’era mica nulla da temere” dice Ester Arzuffi. Tutta la famiglia continua a difendere Massimo Bossetti. Tutti, tranne la cognata, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere la settimana scorsa, quando la moglie Marita Comi, il fratello Fabio Bossetti e sua moglie, il cognato Agostino e consorte sono stati interrogati da carabinieri e polizia.