Yara: le indagini tornano a concentrarsi sul palazzetto dello Sport

Pubblicato il 9 Dicembre 2010 - 20:37 OLTRE 6 MESI FA

Yara Gambirasio

Il palazzetto dello sport di Brembate Sopra da cui è sparita Yara Gambirasio lo scorso 26 novembre, e chi era nei dintorni quel giorno, tornano al centro delle indagini per capire chi possa aver preso e portato via la tredicenne promessa della ginnastica ritmica. Tanto che il neoarrivato a Bergamo capo dello Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia, Gilberto Caldarozzi, con il questore Vincenzo Ricciardi e gli uomini della squadra Mobile, ha voluto ispezionarlo nel pomeriggio per rendersi conto dello stato dei luoghi.

Ora, infatti, gli esperti dello Sco affiancheranno gli agenti della Mobile bergamasca (che è stata rafforzata anche dall’arrivo di uomini di altre Questure), così come i carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) si sono aggiunti ai colleghi di Bergamo nelle indagini che, hanno tenuto a spiegare Ricciardi e il comandante provinciale dei carabinieri, Roberto Tortorella, proseguono ”all’unisono”.

Così come le ricerche di Yara che, spiegano gli stessi investigatori a chi chiede loro quali scenari ipotizzino, ”continua a essere ritenuta una ragazza scomparsa”. Sembra che anche oggi si siano cercati riscontri al racconto di Enrico Tironi, il diciannovenne vicino di casa della ragazza che, quel pomeriggio di tredici giorni fa, avrebbe visto due uomini nella via in cui Yara vive, nei pressi di una Citroen di colore rosso: dalle registrazioni di una telecamera nei pressi non sarebbero emersi elementi utili.

Le dichiarazioni del giovane, che sembrava dovesse essere denunciato per procurato allarme e, invece, non lo è mai stato, continuano quindi a essere vagliate. Altre due persone, un’ex guardia giurata e una signora che vive nella via, avrebbero visto sempre due persone in via Rampinelli, ma le loro testimonianze sembrano essere contraddittorie. Tra di loro e anche con quella dello stesso Tironi. Non è escluso che la suggestione possa avere avuto un ruolo nei loro ricordi. Gli investigatori stanno compiendo una screening delle telefonate che quel giorno si sono agganciate alle celle telefoniche della zona di Brembate.

Caldarozzi, che, con il questore e il comandante dei carabinieri ha incontrato oggi il procuratore aggiunto Massimo Meroni, che regge in questi tempi la Procura di Bergamo, tiene a precisare, però, che ”le indagini non stanno ripartendo da zero: stiamo vagliando molte piste, che ovviamente partono da qui, perché qui (il palazzetto dello sport ndr.) è scomparsa la ragazza”. Si continua a indagare per capire se, tra le conoscenze della famiglia ve ne possano essere di potenzialmente ‘pericolose’, oppure ve ne possano essere tra quelle, magari anche recenti, di Yara. Un lavoro difficile, perché nella vita di tutti loro non vi sono ombre e la loro condotta è sempre stata irreprensibile. Nel frattempo, non cessano le ricerche di Yara in tutta la zona.

I carabinieri del Ros, per esempio, sono tornati nel cantiere del centro commerciale alle porte di Mapello in cui i cani avevano trovato tracce della ragazza. Avevano a disposizione dei ‘georadar’, un’apparecchiatura che misura la consistenza del cemento anche in profondità, per rilevare eventuali anomalie. Un modo per escludere che la ragazzina sia stata condotta all’interno di un cantiere, uccisa e nascosta da una colata di cemento.