YOUTUBE Alessandro Menditti, arresto dopo fuga da carcere di Frosinone

YOUTUBE Alessandro Menditti, arresto dopo fuga da carcere di Frosinone
Alessandro Menditti, arresto dopo fuga da carcere di Frosinone

FROSINONE – Era evaso dal carcere di Frosinone nel più classico dei modi Alessandro Menditti, calandosi dal tetto del penitenziario per circa 15 metri con una corda di fortuna fatta annodando le lenzuola. A distanza di una settimana dall’evasione, i carabinieri del Reparto Operativo di Caserta lo hanno stanato al termine di un’indagine lampo condotta in modo altrettanto classico, visto che Menditti con sé non aveva né cellulare né un altro supporto informatico da poter rintracciare.

L’uomo, condannato definitivamente per associazione camorristica ed estorsione, è stato catturato in un immobile in costruzione a Recale, comune confinante con il capoluogo Caserta dove, scrive l’Ansa, avrebbe sempre gestito gli affari illeciti della sua famiglia; con sé non aveva armi né ha opposto resistenza ai carabinieri guidati dal colonnello Nicola Mirante, che hanno fatto irruzione nello stabile. Menditti non ha detto nulla quando è stato ammanettato.

Gli investigatori dell’Arma, coordinati dalla Procura di Frosinone, sono riusciti a stanarlo seguendo i movimenti dei suoi fedelissimi, pedinandoli e intercettandone i telefoni. Sono stati seguiti anche i tre figli e altri parenti. Il sospetto che fosse tornato a Recale proprio per rivedere i figli era forte, visto che Menditti, pur non essendo recluso al 41bis, non li vede di frequente, a causa delle detenzione della moglie e dei fratelli, ed inoltre dovrebbe finire di scontare la sua pena nel 2026.

Gli inquirenti vogliono ora capire quali siano stati i movimenti di Menditti negli ultimi sette giorni, se oltre a rivedere i figli si sia anche occupato di qualche affare sporco di famiglia. L’altro fronte aperto è quello relativo ai presunti aiuti ricevuti da Menditti per evadere, dopo che la settimana scorsa sono stati arrestati a Frosinone un assistente capo della polizia penitenziaria, accusato di avere fornito a Menditti e al suo compagno di cella i telefonini utilizzati per pianificare la fuga, e altri quattro agenti; l’uomo, è emerso, avrebbe tra l’altro segato delle sbarre con una fiamma ossidrica, arnese che non poteva procurarsi da solo in carcere. Con Menditti era fuggito anche un albanese, che però è stato subito preso perché aveva riportato contusioni durante la fuga.

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