BOLZANO – Una marcia per celebrare la nascita di Maometto che si trasforma in una manifestazione contro le violenze e le molestie di Colonia, in Germania, e contro il terrorismo dell’Isis. E’ quella che si è tenuta nel pomeriggio di domenica 10 gennaio nel centro di Bolzano.
Oltre un centinaio di musulmani (150 secondo la questura, 300 secondo gli organizzatori) si è dato appuntamento davanti al Duomo della città altoatesina con cartelli e striscioni. Gli uomini, e alla fine del corteo le donne con i bambini, hanno scandito slogan di condanna contro le violenze del cosiddetto Stato Islamico. Ma non sono stati compresi dai cittadini locali, che vedendo quella folla di uomini con gli abiti tradizionali musulmani e donne con il velo coperto che urlavano parole incomprensibili, hanno temuto il peggio, come racconta sull’Alto Adige Davide Pasquali, che ha raccolto le testimonianze dei passanti:
“Abbiamo ancora molto da lavorare, sia noi che loro. Noi dovremmo cercare di comprendere, loro di spiegarsi meglio, perché non si capisce nemmeno cosa stiano facendo. Sembrano arrabbiati, ma con chi ce l’hanno? Ah no, guarda, tengono in mano dei cartelli. Sopra c’è scritto: i musulmani non sono terroristi”.
Gli slogan in arabo urlati dai manifestanti sono infatti preghiere, solo che vengono “recitate con un fervore e un tono tali da impressionare”, spiega Pasquali. Così molti passanti, sia locali sia turisti, rischiano di fraintendere e finiscono per aver paura.
“Il timore, in questo caso, pare mal riposto. Perché non recitano solo preghiere, ma lanciano anche slogan contro la violenza dell’Isis. Chi, incuriosito, si prende la briga di fermarsi a gettare uno sguardo, vede quanto segue: davanti un piccolo gruppetto di bambini, che anticipa uno striscione colorato, scritto in arabo. A destra e a sinistra del corteo, la scorta della questura: poliziotti e carabinieri. Qualche bus rallentato da vigili, ma nessun altro intoppo, men che meno di ordine pubblico. Lo striscione è portato da una decina di fedeli. Uno intona, gli altri seguono, ripetendo nenie a squarciagola. (…) I fedeli musulmani girano attorno al duomo, poi si fermano, ancora preghiere. Uno dei portavoce spiega: «Siamo musulmani, solo questo siamo. La nostra è una religione di pace. I musulmani non sono dei terroristi». Sui cartelli c’è scritto: «Noi condanniamo la violenza».”.