Zlatan, il killer di donne: anni di botte, violenze e arresti. Spara alle vittime, fuggendo lancia bombe a mano

Zlatan nel 2019 fu già arrestato per avere picchiato la moglie, erano stati i carabinieri di Altavilla, dove la coppia viveva, che lo avevano fermato per i continui maltrattamenti proprio verso Lidia, la prima delle vittime di ieri a Vicenza.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Giugno 2022 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA
Zlatan, il killer di donne con le bombe a mano: i precedenti, le botte, la violenza e la morte

Zlatan, il killer di donne con le bombe a mano: i precedenti, le botte, la violenza e la morte FOTO ANSA

Zlatan, una vita violenta, una vita scandita da minacce, botte e maltrattamenti nei confronti della ex moglie. Una vita di brutalità, furia e aggressività che ha visto Zlatan accanirsi contro due donne, uccidendole. Prima la ex moglie, uccisa a sangue freddo in strada a colpi di pistola, e poi l’attuale compagna. Poi ha provato a scappare lanciando bombe a mano. Infine si è ucciso. Come in un orrendo copione di una violenza che è stata sua compagna di vita. E gli allarmi che l’ex camionista con problemi di alcolismo aveva suscitato vanno indietro nel tempo.

Zlatan, i precedenti e la violenza

Zlatan nel 2019 fu già arrestato per avere picchiato la moglie, erano stati i carabinieri di Altavilla, dove la coppia viveva, che lo avevano fermato per i continui maltrattamenti proprio verso Lidia, la prima delle vittime di ieri a Vicenza. L’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale era scaturita dopo la denuncia presentata da Lidia ed è un lungo elenco di violenze, perpetrate anche davanti ai figli minori. Una scia di vessazioni che, scrive il giudice, inizia nel 2011. E che era chiaro dove andasse a finire, anche allora: La “perseveranza dimostrata unitamente all’abuso di alcol e alla sua incapacità o comunque alla mancanza di volontà di controllarsi pure in presenza dei figli minori. Costretti ad assistere alle continue vessazioni ai danni della madre”.

Il giudice elenca alcuni episodi di violenza: a febbraio del 2019, quando “afferrava per il collo” la moglie. “La spingeva contro il frigorifero della cucina e la minacciava con un coltello” che le infilava in bocca. Un mese dopo quando, rientrato ubriaco, l’ha aggredita a letto stringendole il collo “come per strangolarla”. Urlando: “Ti uccido, ti cavo gli occhi”. Ancora, sempre a marzo, quando le diede un colpo al volto “con violenza tale da farla cadere al suolo”. Zlatan finì in carcere, ma ci rimase poco, tanto che già a dicembre 2019 arrivò un ordine di non avvicinamento. Lo emise l’autorità giudiziaria su richiesta dei Carabinieri di Schio, dove Lidia si era trasferita con i bambini dopo la separazione.

La più classica delle tragedie annunciate

Di quella vicenda del 2019, ora definita da chi conosceva la donna uccisa, come ‘cronaca di una morte annunciata’, ha parlato il titolare della ditta per cui la vittima lavorava, la Food&codi Vicenza, una ditta specializzata in catering. Mondello, ricorda che l’uomo “le aveva fracassato il cranio” causandole ferite gravi e poi l’aveva pure denunciata con una scusa, il presunto abbandono dei figli. Nel 2019 era stato infine emesso il divieto di avvicinamento per quell’ex compagno violento. “E’ stata in malattia per diverso tempo – ha ricordato ancora Mondello – per percosse è stata anche ricoverata all’ospedale. Era dentro e fuori dal tribunale con denunce assurde. Una tragedia annunciata, come tutte le tragedie di questo genere. Gente pazza che va in giro tutto il giorno senza far niente”. Una tragedia annunciata che ora lascia orfani due ragazzi di 13 e 16 anni.