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Zona rossa, autocertificazione falsa? Si rischia fino a 6 anni di carcere

Chi vive in una delle Regioni a zona rossa e dichiara il falso con un’autocertificazione o agli agenti che lo fermano, rischia da 1 a 6 anni di reclusione.

Il nuovo Dpcm non ammette bugie e furbetti dell’autocertificazione per coloro che abitano nella zona rossa. Chi mente o non rispetta la quarantena rischia fino a 6 anni di carcere

Infatti nel caso in cui venga accertato che quanto dichiarato è un falso si commette un reato. Per la precisione, quando si mente a un pubblico ufficiale, si infrange l’articolo 495 del codice penale e si rischia la reclusione da uno a sei anni. Se, invece, si esce di casa, pur essendo positivi al Covid, e si contagiano altre persone, allora può scattare il reato di epidemia colposa che prevede una pena da sei mesi a tre anni.

Quando non si rispetta la quarantena, spiega Il Giornale, si rischia una condanna che va dalla reclusione da 3 a 18 mesi. A cui va aggiunta una multa che può aggirarsi tra 500 euro e 5mila euro, come prevede l’articolo 7 del decreto legge 19/2020.

Le restrizioni da seguire

Nelle Regioni zona rossa, si legge sul sito del ministero della Salute, “è vietato ogni spostamento, sia nello stesso comune che verso comuni limitrofi (inclusi quelli dell’area gialla o arancione). Ad eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute”.

È proibito “far visita o incontrarsi con parenti o amici non conviventi, in qualsiasi luogo, aperto o chiuso. Sono consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza, se prevista”.

In ambito lavorativo, in queste Regioni, è incentivato maggiormente lo smart working oppure si consiglia di usufruire di “ferie o congedi”. Quando si esce, come è noto, è sempre necessario avere con sé l’autocertificazione. Inoltre “si deve essere sempre in grado di dimostrare che lo spostamento rientra tra quelli consentiti anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali”. (Fonte Il Giornale).

 

 

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