737 cinese, un pilota suicida non basta: cosa è successo in cabina? Aereo precipitato al suolo

Il Boeing 737 cinese è stato fatto precipitare da qualcuno che era in cabina e che ha disattivato il pilota automatico: questo emerge dalle scatole nere. Il volo si è schiantato al suolo il 21 marzo scorso con 123 passeggeri e 9 componenti dell’equipaggio. Il Boeing è precipitato in verticale, come se fosse dal tutto spento, e si è frantumato in oltre 40mila pezzi. Fatto precipitare intenzionalmente e non è chiaro se per scelta di qualcuno che si trovava nella cabina, di un pilota o addirittura di un intruso. 

737 cinese, un pilota suicida non basta

Appare però del tutto strano che possa essere stato un solo pilota, visto che in cabina di piloti solitamente ce ne sono 2 o anche 3. Non può trattarsi di un suicidio come nel caso della Germanwings, qui il volo non è stato fatto schiantare dal pilota contro una montagna. E’ stato fatto precipitare disattivando qualcosa dai comandi. L’aereo che stava viaggiando ad alta quota quando ha cambiato improvvisamente la rotta per andarsi a schiantare in picchiata. Senza alcun allarme o richiesta d’aiuto sulle montagne impervie di Wouzhou.

I dati di volo hanno indicato che qualcuno nella cabina di pilotaggio ha fatto schiantare con un’azione ben definita, disattivando il pilota automatico. Il Boeing 737-800 di China Eastern, secondo fonti familiari con la valutazione preliminare fatta dai funzionari Usa sulle cause della tragedia costata la vita a 132 persone. L’aereo, perfettamente funzionante e con l’equipaggio in condizioni idonee al volo, ha fatto in altri termini quello che “gli era stato chiesto di fare”. Dalla navigazione in alta quota all’improvvisa discesa quasi verticale a sfiorare velocità del suono fino allo schianto e alla polverizzazione in quasi 50.000 pezzi.

Chi è il sospettato numero uno

Il volo MU-5735 era decollato dall’aeroporto di Kunming Changshui il 21 marzo, poco dopo le 13 locali (le 6 in Italia) diretto a Guangzhou. Circa un’ora dopo aveva bruscamente perso quota senza lanciare allarmi o segnali. A 40 secondi dallo schianto il Boeing aveva all’improvviso ripreso leggermente quota, ma alle 14.23 il radar di terra aveva smesso di ricevere segnali. Difficile attribuire al momento le responsabilità in assenza di indagini più approfondite. Secondo il Wsj però l’attenzione si sarebbe concentrata sulla figura del comandante, anche se potrebbe non essere stato un gesto solitario.

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