MILANO – Grande attore e pericoloso terrorista o cantonata colossale della polizia tunisina. Abdel Majid Touil, il marocchino di 22 anni arrestato tre giorni fa su mandato di Tunisi perché accusato di aver fornito le armi per l’attentato al museo del Bardo continua a chiedere: “Perchè sono qui? Non capisco, non ho fatto nulla”.
Scrive l’agenzia Ansa che l’uomo, in isolamento a San Vittore, continua fare questa domanda a chi ha avuto modo di incontrarlo, parlando arabo. Intanto, sulla situazione di Touil, continuano a esserci dubbi. La Tunisia continua a dirsi sicura del coinvolgimento del marocchino. Ma giovedì, da parte della Procura di Milano, sono arrivati elementi che fanno pensare a una sua sostanziale estraneità ai fatti contestati: Touil si trovava in Italia nei giorni immediatamente precedenti e e successivi all’attentato di Tunisi.
L’interrogatorio di Touil da parte del giudice della quinta Corte d’Appello di Milano Pietro Caccialanza, dopo la convalida dell’arresto avvenuta nei giorni scorsi è previsto per la tarda mattinata di venerdì 22 maggio. Toccherà al giudice effettuare l’identificazione ‘formale’ e chiedere a Touil, difeso dall’avvocato Silvia Fiorentino, se ha dichiarazioni da rendere e se intende dare il consenso all’estradizione. Consenso che certamente non darà.