Aerei russi e americani si sfiorano nel cielo di Siria, prima o poi…

A Russian Su-35 Flanker fighter shadows U.S. F-15s as they refuel over Syria in September. The photo, taken by a camera on one of the American planes, shows the Russian pilot far closer than the three-mile safety limit set in a 2015 U.S.-Russian agreement. PHOTO: U.S. AIR FORCE
A Russian Su-35 Flanker fighter shadows U.S. F-15s as they refuel over Syria in September. The photo, taken by a camera on one of the American planes, shows the Russian pilot far closer than the three-mile safety limit set in a 2015 U.S.-Russian agreement. PHOTO: U.S. AIR FORCE

ROMA – Secondo alcuni piloti americani, nei cieli della Siria potrebbe essere imminente un incidente internazionale. Da mesi, infatti, secondo quanto racconta il Wall Street Journal, jet americani e russi affollano lo stesso spazio aereo combattendo delle vere e proprie guerre parallele. Gli americani bombardano lo Stato Islamico e, al tempo stesso, temono una collisione con i piloti russi i quali a loro volta, bombardano i ribelli nel tentativo di rovesciare il presidente siriano Bashar Al-Assad.

Gli aerei da guerra russi, che colpiscono anche gli obiettivi dello Stato Islamico, continuano a volare quotidianamente sulla Siria, nonostante il recente cessate il fuoco della campagna moscovita contro le forze anti-Assad. L’accordo per la sicurezza aerea tra Usa e Russia è già attivo da un anno, ma i piloti americani si trovano ancora ad avere a che fare con aviatori russi ignari delle regole della “strada”, o comunque poco inclini a seguirle in modo coerente.

A complicare il tutto è il fatto che gli aerei russi non emettono segnali di identificazione, violando così i protocolli internazionali. Un recente episodio è riferito dal Wall Street Journal:”Una sera dello scorso autunno, un aereo radar americano eseguiva un volo di routine sulla Siria; pochi minuti dopo il decollo, ha raccolto il segnale da un jet da combattimento russo che, nonostante i ripetuti segnali d’allarme inviati dall’equipaggio americano, non ha risposto agli avvertimenti.

Mentre l’aereo americano ha iniziato a effettuare una larga virata verso il sud, il pilota del jet russo Su-35 Flanker si dirigeva a nord-est, verso il muso del velivolo Usa, rilasciando un’ondata di aria turbolenta che ha interrotto rapidamente le componenti sensibili dell’aeromobile avversario. L’equipaggio americano ha accertato che l’aereo russo era arrivato a circa 200 metri e i comandanti americani temono che una collisione potrebbe diventare un punto critico.

Nel 2015, comandanti russi e americani hanno firmato un protocollo d’intesa di quattro pagine, affinché i rispettivi aerei non entrino in rotta di collisione o, nei casi peggiori, aprano il fuoco. Alti funzionari militari del Pentagono stanno facendo pressione per accrescere la comunicazione e il coordinamento tra le due forze militari; ad oggi, chi sorveglia giorno per giorno, affinché una catastrofe venga scongiurata, è il Col. Daniel Manning, uno speaker russo che lavora nella base aerea di Al Udeid, in Qatar.

Manning ha tre chiamate programmate a settimana con il suo omologo russo, un colonnello in Siria, per controllare e cancellare le operazioni nello spazio aereo di entrambe le forze militari russe ed americane. La maggior parte delle volte, i colloqui settimanali sono improvvisati: quando le operazioni di combattimento sono particolarmente intense, i due colonnelli comunicano fino a dieci volte al giorno, come è accaduto il mese scorso, quando un aereo americano ha distrutto 168 autocisterne che consegnavano il petrolio per lo Stato Islamico.

Uno degli incidenti più gravi è stato causato finora dagli Stati Uniti nel mese di settembre: un attacco aereo americano destinato a colpire i militanti dello stato islamico in Deir Ezzour, Siria, ha invece ucciso decine di truppe governative siriane. L’episodio ha evidenziato la vulnerabilità della linea diretta colonnello-colonnello; il giorno degli scioperi, Manning era lontano dalla base del Qatar che ospita il centro americano per le operazioni di volo. Appena cominciati gli scioperi, un ufficiale russo ha contattato il numero verde e chiesto di poter parlare con un altro colonnello americano di sua conoscenza, che non era disponibile. Secondo i funzionari della Difesa degli Stati Uniti, l’ufficiale riattaccò e passarono 27 minuti prima che i russi richiamassero per avvertire gli americani che stavano bombardando l’obiettivo sbagliato.

Le cose sembrano andare diversamente nella cabina di pilotaggio, e i piloti degli Stati Uniti dicono che quelli russi,a volte, sembrano voler superare i limiti solo per vedere se riescono a farla franca. E quando contattati da controllori del traffico aereo donne, i piloti russi talvolta rompono il silenzio: all’inizio di settembre, un’ufficiale donna degli Stati Uniti avvistò un aereo non identificato che si avvicinava verso quelli alleati; “si sta operando in prossimità di aerei della coalizione”, disse l’ufficiale. Dall’altra parte, un uomo dal forte accento russo rispose:”Ma che bella voce signora, buonasera!”

Gestione cookie