Quanto all’ipotesi di un gesto folle o comunque premeditato del comandante, che prima di decollare cancellò tutti i dati dal simulatore di volo che si era costruito, e che è stato sequestrato in casa sua, il premier malese ha ribadito quanto già reso noto dagli inquirenti Usa:
“Nulla di sinistro emerge da quel simulatore ma ciò dovrà naturalmente essere confermato dal capo della nostra polizia. Loro e noi abbiamo lavorato a stretto contatto con l’Fbi fin dal primo giorno. Alle indagini partecipano tra gli altri la Cia, l’Mi6 britannico e l’intelligence cinese”.