Aereo Malaysia scomparso, nuova ipotesi: “Piloti rimasti senza ossigeno”

Aereo Malaysia scomparso, nuova ipotesi: "Piloti rimasti senza ossigeno"
Aereo Malaysia scomparso, nuova ipotesi: “Piloti rimasti senza ossigeno”

NEW YORK – “I piloti del volo della Malaysia Airlines sono rimasti senza ossigeno e l’aereo si è inabissato”. Questa la nuova ipotesi sulla misteriosa scomparsa del volo MH370 di cui si sono perse le tracce dallo scorso 8 marzo con i 239 passeggeri a bordo.

Secondo la nuova ipotesi, scrivono Guido Olimpio e Guido Santevecchi sul Corriere della Sera,

“Il Boeing 777 della Malaysia Airlines, con a bordo 239 persone, avrebbe proseguito grazie al sistema automatico sulla rotta sud finendo in un punto al largo dell’Australia. Il quotidiano malese New Straits Times attribuisce queste conclusioni agli investigatori australiani dell’ATSB (Australian Transport Safety Bureau). Indiscrezioni, però, che attendono conferme ufficiali e magari potrebbero essere contraddette, in una vicenda dove le certezze sono ben poche”.

Nel presunto rapporto si ricostruiscono le ultime ore del volo prima della scomparsa:

“La conclusione è che un evento da determinare ha messo fuori combattimento i due ufficiali ai comandi, quindi i passeggeri. Ovviamente, nessuno sa cosa abbia provocato il cambiamento di rotta. La teoria che trova maggiori consensi è quella di un’avaria improvvisa, una situazione così repentina da impedire al comandante, o al suo vice, di lanciare l’allarme. Non è escluso l’atto doloso, anche se gli esperti non sembrano dare troppo credito a questo scenario”.

E la fine del volo della Malaysia Airlines ricorda un altra tragedia:

“Il disastro del jet della Helios Airways precipitato nell’estate del 2005 con 121 passeggeri a bordo nei pressi di Atene. Un incidente causato da un problema alla pressurizzazione della cabina, che ha causato l’asfissia di piloti e passeggeri. L’aereo continuò poi a volare, scortato dai caccia greci, fino all’esaurimento del carburante. La stessa cosa sarebbe avvenuta per il jet malese che, come si ricorderà, ha proseguito con la prua a sud in base ai dati dell’autopilota”.

La notizia del nuovo rapporto arriva in concomitanza con l’inizio della nuove ricerche a sud ovest dell’Australia, a circa 1800 chilometri dalla costa:

“La prima nave, la GO Phoenix, potrebbe cominciare le operazioni già nella giornata di domenica. Entro la fine del mese entreranno in azione anche la Equator e la Discovery, tutte fornite dalla compagnia olandese Fugro che è stata incaricata di eseguire i rilevamenti. A bordo delle navi ci saranno sensori, sonar, rilevatori di carburante, robot sottomarini e specialisti. Sarà un lavoro lungo e complesso in condizioni climatiche dure. Le unità hanno una buona autonomia che gli consente di restare in zona oltre un mese, poi devono tornare in porto, oppure è necessario fare un rifornimento in mare “.

E alcuni studiosi hanno suggerito di cercare il relitto più a sud:

“Un gruppo di studiosi indipendenti ha suggerito alle autorità australiane di considerare una zona diversa per le ricerche, ossia una “striscia” a circa 900 chilometri a sud da dove opereranno le navi. A loro giudizio, i motori del jet non si sono spenti contemporaneamente e questo avrebbe portato il 777 a volare più a lungo rispetto alla tabella considerata dagli investigatori”.

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