ROMA – Si infittisce sempre di più il mistero dell’aereo della Malaysia Airlines scomparso venerdì notte con 239 persone a bordo.
L’unica certezza è che il velivolo si stava spostando da Kuala Lumpur a Pechino: un volo di circa cinque ore. Dopo circa 40 minuti l’areo si trovava a 11 mila metri di altitudine viaggiando a 880 chilometri all’ora e probabilmente era già stato attivato il pilota automatico. L’aereo poi è improvvisamente scomparso dai radar senza aver lanciato nessun allarme.
Secondo fonti cinesi, come riporta Bild, l’aereo aveva perso quota poco prima di interrompere ogni contatto con l’esterno. Secondo l’esercito vietnamita invece il pilota avrebbe fatto marcia indietro, forse per tornare all’areoporto di partenza.
Da quando il velivolo è scomparso dai radar, una flotta di 22 aerei e 40 navi sta perlustrando le acque tra il Vietnam e la Malesia, riuscendo però a trovare solo due chilometri di tracce di olio ed un pezzo di legno.
Ecco sei teorie complottiste su quello che potrebbe essere accaduto riportate dalla Bild:
Avaria dei motori – Nel 2008 un aereo ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza a causa di un problema di formazione di ghiaccio. Dopo quell’episodio i motori degli aerei sono stati modificati ed in ogni caso un problema del genere avrebbe lasciato abbastanza tempo per effettuare una chiamata di emergenza.
Turbolenze particolarmente forti – Una turbolenza particolarmente intensa avrebbe potuto rendere l’aereo incontrollabile ma al momento della scomparsa del velivolo le condizioni metereologiche erano favorevoli e vi sarebbe stato tutto il tempo per lanciare l’allarme.
Danneggiamento degli strumenti di bordo – Nel 1999 un aereo in volo da Jakarta a Singapore si è schiantato sull’isola di Sumatra senza che i piloti lanciassero l’allarme. Nell’incidente morirono 104 persone. Secondo quanto stabilito da una perizia, l’incidente fu causato da una valvola di sicurezza difettosa che monitorava il timone. Secondo gli esperti, l’aereo del volo MH370 era equipaggiato con un computer di bordo che avrebbe lanciato automaticamente l’allarme.
Suicidio del pilota – Il pilota avrebbe deliberatamente condotto i passeggeri verso la morte in atto disperato, cosa che successe nel novembre 2013 in Namibia, quando il pilota si suicidò facendo precipitare l’aereo sul quale viaggiavano 33 persone. Secondo quanto è emerso dalla scatola nera, l’uomo aveva bloccato il co-pilota fuori dalla cabina di pilotaggio e poi aveva fatto schiantare l’aereo.
Attacco terroristico – Quando si parla di incidenti di aerei, tra le persone aleggia sempre l’idea che possa essersi trattato di un attacco terroristico. Sul volo MH370 vi sarebbero stati due passeggeri non identificati che possedevano due passaporti in precedenza rubati da un italiano ed un austriaco che viaggiavano in Tailandia. Le carte di imbarco sono state registrate nello stesso momento ed i due si sono seduti uno accanto all’altro. Parlando di attentati a bordo di aerei, viene in mente il disastro di Lockerbie avvenuto nel 1988. In quel caso venne fatta esplodere una bomba in volo che uccise tutti i passeggeri. L’aereo scomparve improvvisamente dai radar. Il Pentagono però è dotato di un sistema di monitoraggio globale che visualizza i lampi di luce in tutto il pianeta, che non sono stati riscontrati nel caso del volo MH370.
Aereo vecchio – Il Boeing di 12 anni aveva già avuto un incidente a Shangai circa due anni fa. Quando si trovava a terra, il velivolo si era scontrato con un Airbus e si era rotta la punta dell’ala, che naturalmente venne riparata. Se la cosa fosse stata trascurata le conseguenze si sarebbero viste molto prima.