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Aereo scomparso della Malaysia: il giallo dei passaporti rubati

di FIlippo Limoncelli |8 Marzo 2014 20:02

La Malaysia Airlines (Ansa)

KUALA LUMPUR – Il suo nome era sulla lista delle persone imbarcate sul volo Malaysian Airlines MH 370 sparito dai radar mentre era in volo da Kuala Lumpur a Pechino.

Così quando Luigi Maraldi, 37 anni cesenate, ha sentito dai media thailandesi che veniva dato per disperso, ha subito chiamato al telefono i suoi genitori a Cesena: “Papà stai tranquillo, non sono io, io sto bene”. Resta ora il mistero di chi abbia usato, per salire su quel volo, il suo passaporto numero YA3189197, che figura al posto numero 35 della lista d’imbarco diffusa dopo l’incidente. Un documento il cui furto Maraldi aveva denunciato nel 2013.

Anche cittadino austriaco, che risulta nella lista dei passeggeri della Malaysia Airlines, non era a bordo dell’aereo ma si trova sano e salvo in Austria. Lo riferiscono alcuni funzionari citati dalla Cnn. Come nel caso dell’italiano, al cittadino austriaco è stato rubato il passaporto, due anni fa in Thailandia, riferiscono le stesse fonti.

Il Boeing 777-200 della Malaysia Airlines con 239 persone a bordo è sparito nella notte mentre sorvolava il mare a sud del Vietnam, due ore dopo la partenza da Kuala Lumpur alla volta di Pechino e senza aver lanciato nessun messaggio di allarme prima di perdere il contatto con la torre di controllo. Anche se ufficialmente l’aereo è ancora classificato come “mancante”, con il passare delle ore scemano progressivamente le speranze di buone notizie.

Secondo le autorità vietnamite, il velivolo è precipitato in mare un minuto prima di entrare nello spazio aereo nazionale, a 300 km dall’isola di Tho Chu, tra il Golfo di Thailandia e il Mar cinese meridionale. Sebbene il segnale del velivolo non sia stato ancora identificato, è stata organizzata un’operazione di soccorso in collaborazione tra le autorità di Vietnam, Cina e Malaysia.

L’aereo MH370 era partito 41 minuti dopo la mezzanotte, per un volo che sarebbe dovuto durare sei ore. A bordo c’erano soprattutto cinesi (153), 38 malesi, 12 indonesiani, ma anche australiani, europei e americani, come si evince dalla lista dei passeggeri.

La compagnia aerea ha fatto sapere che il pilota era un 53enne con oltre 18mila ore di volo alle spalle, affiancato da un primo ufficiale di bordo di 27 anni. Ma l’assenza di notizie per ore – l’ammissione che il volo era sparito è arrivata quando l’aereo sarebbe già dovuto essere atterrato – sta attirando sulla compagnia una pioggia di critiche.

La Malaysia Airlines è considerata una compagnia di ottima qualità, e il peggiore incidente della sua storia risale al 1977, quando morirono 100 persone. Negli ultimi anni, l’azienda ha però iniziato a inanellare perdite di bilancio a causa della competizione portata dal settore delle compagnie low-cost, tra le quali in particolare la connazionale Air Asia.

Il presidente e il primo ministro cinesi hanno chiesto a tutti i dipartimenti interessati di aumentare gli sforzi per venire a capo del disastro del volo Malaysian diretto a Pechino ma scomparso nei cieli del Vietnam. Il presidente Xi Jinping ha convocato il ministro degli esteri e ha avuto colloqui con i capi degli altri dicasteri interessati esortando tutti ad usare ogni mezzo per favorire le ricerche e i soccorsi.

Tutte le navi militari di stanza nel mar cinese meridionale sono state allertate per recarsi sul posto e prestare gli aiuti necessari. Caos all’aeroporto di Pechino, dove le autorità hanno diffuso la lista dei passeggeri a bordo del velivolo. I familiari sono riuniti in attesa di notizie. Anche il premier Li Keqiang ha ordinato che si facciano tutti gli sforzi per verificare i dati dei passeggeri.

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