Aereo, tu reclini, io blocco. Il “salvaginocchia” e quei 73/86 cm tra i sedili

Aereo, tu reclini, io blocco. Il "salvaginocchia" e quei 73/86 cm tra i sedili
Aereo, tu reclini, io blocco. Il “salvaginocchia” e quei 73/86 cm tra i sedili

ROMA – Succede in aereo che il poco spazio fra un sedile e l’altro faccia discutere tra chi lo reclina e chi è costretto a piegare le ginocchia. Succede ancor di più con l’utilizzo del “knee defender”, il gadget di plastica “salva-ginocchia” che, applicato sull’attacco del vassoio per i pasti, blocca il sedile del passeggero davanti. E’ una invenzione americana (l’ha brevettato Ira Goldman, 1 metro e 90 di altezza) e proprio sul volo United Airlines Newark-Denver, pochi giorni fa due passeggeri hanno dato vita a una zuffa memorabile a causa del knee defender, al punto che il pilota ha fatto un atterraggio d’emergenza a Chicago.

Il gadget costa circa 16 euro, si inserisce come detto, si chiude il lucchetto che lo tiene fermo e la distensione del sedile davanti è interdetta. Il salva ginocchia va a ruba: il sito di acquisti online Gimko in questi giorni è andato in tilt. Certo gli spazi di minima deambulazione, specie per le gambe lunghe, sono davvero ridotti: la media è di 78,7 cm tra un sedile e l’altro, con le compagnie low cost che viaggiano su 73,7 cm di media (e Ryanair aveva proposto addirittura 60 cm per u posto in piedi), e le più generose (Malaysia Airlines, Thai Airways). Ma chi ha ragione, tra il diritto a una posizione comoda e la necessità di allungare le gambe? Il giurista dice che “il diritto di reclinare prevale solo nei voli di lunga durata”, quindi sopra le quattro ore di viaggio.

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