Afghanistan: i parà della Folgore consegnano la vallata di Mushai alla polizia locale

Passaggio di consegne nella notte del 1 ottobre nella vallata di Musahi: i paracadutisti della Folgore hanno abbandonato la postazione avanzata Fob (Forward operational base) per lasciarla nelle mani della polizia afghana.

L’ inviato Lorenzo Cremonesi del Corriere della Sera ha accompagnato i soldati italiani durante lo smantellamento dell’avamposto a 30 km da Kabul: sono passati tre anni da quando il contingente tricolore, circa tremila uomini, si è insediato in questa zona cruciale per la difesa della capitale afghana.

La preoccupazione più grande è rappresentata da una luna che prima di mezzanotte illiminava quasi a giorno l’intera fascia presidiata. Sono stati segnalati movimenti di talebani. Scivolato dietro le montagne l’astro luminoso, dopo l’una la zona è finalmente immersa nel buio.

Non si tratta di una ritirata: 200 militari rimarranno nella guarnigione di Kabul, il grosso delle truppe si sposterà ad Herat. È proprio durante operazioni delicate come questa che si misura la portata della questione più importante da un punto di vista strategico: aumentare il numero di soldati o far rimanere pochi uomini dedicati alla cattura dei ribelli di Al Qaeda?

La fiducia nella polizia afghana non è certo granitica, basti pensare che durante l’operazione sono stati confiscati tutti i telefoni satellitari a disposizione della settantina di agenti afghani in attesa di assumere il comando dalla Fob.

Il colonnello afghano che comanderà la base, Ahmadullah Orankhel (45anni di Kabul), è timoroso. «Noi non siamo in grado di reggere agli attacchi dei talebani. Questa valle rappresenta il punto di passaggio tra i più importanti dalla regione del Lowgar, controllata dagli insorti, e quella della capitale. Gli italiani svolgevano un compito fondamentale. Noi potremmo essere battuti entro pochi giorni», sostiene apertamente.

E le rassicurazioni italiane non sembrano convincerlo più di tanto.

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