Afghanistan, i tossici reclusi nei lager (altro che rehab) e alla fame: segnalati episodi di cannibalismo

Afghanistan, i tossici reclusi nei lager (altro che rehab) e alla fame. Nel 2021, quando i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan, uno dei loro primi impegni è stato quello di eliminare il problema della droga nel Paese. Anche se a ben vedere per anni hanno tratto profitto da quello stesso oppio da cui le persone ora sono dipendenti.

Afghanistan, i tossici reclusi nei lager (altro che rehab) e alla fame

Sei mesi dopo, riporta il Daily Mail, in un certo senso i talebani hanno mantenuto la promessa. Hanno rastrellato migliaia di tossicodipendenti senzatetto e per tre mesi li hanno rinchiusi in ospedali dove si disintossicano. Ospedali che, tuttavia, ricordano i campi di concentramento.

Uno sguardo all’interno di uno di questi “ospedali”, a Kabul, rivela che i detenuti stanno deperendo in condizioni orribili. Stipati in tre in un letto, con poco o nessun cibo, costretti a mangiare erba.

Sembra che alcuni per placare i morsi della fame e sopravvivere si nutrano di anche di gatti. O giungano a praticare addirittura il cannibalismo.

“Lo hanno ucciso, acceso un fuoco e mangiato i suoi intestini”

Il mese scorso, parlando con dei giornalisti danesi, un tossicodipendente in via di guarigione ha confessato di aver assistito a scene orripilanti. “Hanno ucciso un uomo, acceso un fuoco, hanno preso gli intestini e li hanno mangiati”.

Un altro detenuto, Abdul, ha detto che è normale che i “pazienti” trascorrano giorni senza toccare cibo e che muoiano di fame.

Per molto tempo l’Afghanistan è stato il più grande fornitore mondiale di oppio ed eroina illegale, producendo oltre l’80% delle forniture. Il picco è stato raggiunto nel 2017 quando, secondo l’ONU, il paese ha prodotto un valore di 1,4 miliardi di dollari.

Dai profitti dell’oppio l’autofinanziamento dei talebani

Le tasse sui profitti dell’oppio e l’esportazione diretta sono state un pilastro dell’autofinanziamento dei talebani. A parte una breve repressione nel 2001, quando il gruppo ha preso il potere per la prima volta, dal 1999 il commercio è cresciuto costantemente.

Alcuni funzionari delle Nazioni Unite affermano che dal traffico di droga, tra il 2018 e il 2019, i talebani hanno probabilmente guadagnato più di $ 400 milioni.

Attualmente quasi tutti gli aiuti internazionali sono stati ritirati, l’economia del paese in caduta libera, per cui gli analisti affermano che non ci si aspetta che a breve, ci sia un cambiamento.

“I talebani contano sul commercio di oppio afgano, è considerato una delle principali fonti di reddito”, ha detto a Reuters Cesar Gudes, capo dell’ufficio di Kabul dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e il crimine (UNODC).

“Più produzione porta gli stupefacenti a un prezzo più conveniente e più interessante, e dunque a una più ampia accessibilità”.

Milioni di afghani sono diventati tossicodipendenti

Questa accessibilità ha comportato che milioni di afgani sono diventati tossicodipendenti. Un’indagine del 2015 condotta in parte dal governo afghano ha rilevato che tra 2,5 milioni e 3,5 milioni soffrivano direttamente o indirettamente di dipendenza.

Desiderosi di compiacere un nuovo pubblico mondiale dopo aver preso il potere nell’agosto dello scorso anno, i talebani hanno promesso di porre fine alla piaga della dipendenza che affligge il paese.

Ma senza mezzi economici a disposizione, per raggiungere l’obiettivo e disintossicare le persone le hanno rinchiuse in ospedali simili a prigioni.

Di fronte alle prove degli orrori, un portavoce talebano ha negato che qualcosa non andasse come avrebbe dovuto. “Queste persone sono malate e non sanno cosa dicono”, ha commentato Hasibullah Ahmadi, a capo dell’ufficio antidroga dei talebani.

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