Afghanistan, una mina fa strage di bambini

KABUL – Vittime civili come non mai. Le
settimane che precedono l'inizio della transizione della
sicurezza in Afghanistan a luglio si stanno rivelando molto
cruente, al punto che le perdite civili dello scorso maggio
(368), ha annunciato oggi la Missione delle Nazioni Unite di
assistenza alla sicurezza (Unama), sono state le piu' alte da
moltissimi anni, e comunque almeno dal 2007, quando l'Onu ha
cominciato a redigere le sue statistiche.

E a conferma di una situazione che preoccupa molto le
autorita' afghane ed internazionali, varie province afghane sono
state teatro di attentati in cui hanno perso la vita ufficiali
ed agenti di polizia (Khost, Laghman e Ghazni), Ma in due di
essi (Kandahar e Kunar), per lo scoppio di un ordigno esplosivo
e il lancio di proiettili di mortaio, sono morti almeno 21
civili, fra cui donne e bambini.

L'episodio piu' grave, quello che neppure i talebani hanno
avuto il coraggio di rivendicare, e' avvenuto a Siah Sang, nel
distretto di Argandab della provincia meridionale di Kandahar,
quando un minibus stipato di persone ha urtato un rudimentale
ordigno esplosivo (ied) e si e' rovesciato ed incendiato,
causando la morte immediata di otto bambini, quattro donne e tre
uomini.

Qualche ore dopo, il ministero dell'Interno annunciava che in
un attacco di mortaio nella provincia orientale di Kunar,
avevano perso la vita sei civili, fra cui altri due bambini.
Il presidente Hamid Karzai, che ha compiuto una visita di due
giorni in Pakistan per gettare le basi per un processo di pace e
riconciliazione per il suo paese, ha vivamente condannato questa
''nuova strage di persone innocenti (…) causata dai nemici
dell'Afghanistan''.

Una condanna a cui si e' associata la Forza internazionale di
assistenza alla sicurezza (Isaf) secondo cui ''persone normali
che oggi si sono svegliate per trascorrere una giornata in
famiglia o per lavorare al servizio della societa', non
ritorneranno a casa perche' spregevolmente uccisi da insorti che
fanno di tutto per impedire la pace''.
Lo studio dell'Unama presentato oggi e' stato premonitore di
questa tragedia senza fine, rivelando che a maggio 2011 si e'
toccato il primato di 368 vittime civili, accompagnate da almeno
altri 593 civili rimasti invece feriti.
Al riguardo Georgette Gagnon, responsabile per i diritti
umani dell'Unama, ha detto che per questo stato di cose ''siamo
molto preoccupati perche' riteniamo che con la stagione bellica
estiva appena cominciata, questa situazione potrebbe peggiorare.
Per questo le parti coinvolte nel conflitto debbono moltiplicare
gli sforzi per proteggere l'incolumita' dei civili innocenti''.

Secondo le statistiche presentate, le forze antigovernative
sono state responsabili in maggio della morte di 301 civili
(82%), mentre a quelle favorevoli al governo vanno attribuite 45
vittime (12%), mentre di per altri 22 civili morti (6%) non e'
stato possibile precisare le responsabilita', perche' spesso
caduti per fuoco incrociato.

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