Afghanistan, il soldato della strage aveva subito un trauma cerebrale

ROMA – Aveva subito un trauma cerebrale in un incidente in Iraq il soldato americano che domenica 11 marzo ha ucciso 16 civili in Afghanistan. Lo hanno rivelato fonti militari Usa protette dall’anonimato, aggiungendo che si tratta di un sergente, addestrato all’uso di fucili di precisione e all’assistenza di operazioni di unità specializzate come i Navy Seald o i Berretti Verdi.

Il militare, le cui generalità restano al momento segrete, ha 38 anni, è sposato ed è padre di due figli. E’ entrato nell’esercito americano 11 anni fa e da allora ha compiuto tre ferme in Iraq, prima di essere dispiegato in Afghanistan, nel dicembre scorso.

Al momento della strage era di stanza a Camp Belambay, un remoto avamposto. Secondo quanto ha appreso la Abc News, mentre era in missione in Iraq ha subito un trauma cranico, in seguito ad un incidente stradale, ed è stato poi curato e giudicato guarito, pronto per missioni di combattimento.

E’ stato anche sottoposto agli esami psicologici necessari nell’ambito dell’addestramento come cecchino, che ha superato nel 2008, così come ad esami di routine dello stesso tipo. Attuamente fa parte della Brigata Stryker e la sua base di provenienza è la Lewis-McChord, nello stato di Washington.

Dopo la strage, la sua famiglia è stata accolta all’interno della base stessa, per motivi di sicurezza. Dopo il suo terzo ritorno dall’Iraq, riferiscono ancora le fonti, il sergente aveva avuto dei problemi con la moglie, aveva faticato a reinserirsi nella sua famiglia, ma poi li aveva superati, prima di ripartire, questa volta per l’Afghanistan.

Adesso l’uomo rischia la pena di morte, anche se il Segretario americano alla Difesa Leon Panetta, rispondendo alla richiesta del parlamento afghano di sottoporre il responsabile della strage a un processo pubblico in Afghanistan, ha detto che il militare asrà processato da una corte militare statunitense.

Il capo del Pentagono ha spiegato che non sono ancora chiari i motivi che hanno spinto il soldato ad uscire dalla sua base, entrare nelle case degli afgani, aprire il fuoco contro i civili, “quindi, a un certo punto, voltarsi, rientrare nella base e consegnarsi”. “Non sappiamo perché, quali siano stati i motivi”, ha sottolineato Panetta, che poi ha aggiunto: “La guerra è un inferno. Questo genere di eventi possono accadere”.

Il segretario Usa ha però tenuto a precisare che si tratta di un caso isolato e che gli Stati Uniti non consentiranno a “eventi di questo genere di minare la nostra strategia o la nostra missione”. Panetta ha quindi spiegato di essere diretto a Bishkek per discutere con i leader kirghisi dell'”importanza” della base aerea Manas, usata per l’invio delle truppe in Afghanistan e per il rifornimento degli aerei.

I talebani afghani hanno minacciato di decapitare i “sadici” soldati americani, in vendetta della strage di domenica. “L’Emirato islamico ancora una volta mette in guardia gli animali americani che i mujaheddin si vendicheranno, e con l’aiuto di Allah uccideranno e decapiteranno i soldati sadici e assassini”, ha detto il portavoce talebano Zabihullah Mujahid in un comunicato.

Intano circa 400 studenti hanno manifestato contro gli Stati Uniti a Jalalabad, principale centro dell’est dell’Afghanistan. I manifestanti hanno marciato urlando “morte all’America, morte a Obama”, e chiedendo che l’autore del massacro sia processato pubblicamente in Afghanistan.

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