ROMA – L’artista e dissidente cinese Ai Weiwei dovrà pagare una multa per “evasione fiscale” di 1,6 milioni di euro. La multa dovrà essere pagata entro 10 giorni. Ciò che stupisce è che la multa sia arrivata solo dopo che Ai Weiwei è stato detenuto illegalmente in una località segreta per tre mesi. Ai è noto per le sue installazioni di arte contemporanea e per essere tra gli architetti che hanno realizzato lo Stadio Olimpico di Pechino, detto anche il Nido d’Uccello. Aspro contestatore del regime cinese, l’accusa di evasione fiscale è stata fornita solo dopo la sua scarcerazione il passato giugno. Prima di essere liberato le accuse rivolte ad Ai Weiwei andavano dalla bigamia e alla produzione di opere d’arte giudicate oscene.
Non sarebbe comunque l’artista ad aver evaso, ma la Beijing Fake Cultural Development, azienda che appartiene alla moglie di Ai. I dubbi però sono molti sulla vicenda: i legali dell’azienda hanno chiesto alla polizia di poter consultare i documenti incriminanti, permesso mai accordati dalle autorità. Ancor più sospetto però è l’intervento della polizia in un reato di tipo fiscali, la cui giurisdizione spetterebbe dunque al fisco.
Ai Weiwei ha poi dichiarato: “Possiamo pagare questa cifra ma vogliamo capire per quale motivo dobbiamo farlo: l’evasione fiscale per legge é di competenza del fisco, non della polizia. E la polizia non aveva il diritto di portarmi via in un luogo segreto per fare un’inchiesta sulle mie tasse. Non ho intenzione di pagare fin quando questi punti non saranno stati chiariti”.
L’artista ha poi sfidato il divieto di accedere al suo account di Twitter disposto dalle autorità, scrivendo: “un Paese deve applicare la legge in modo chiaro e pulito. Questo protegge la legge. Se si vuole invece danneggiare una persona, me per esempio, non c’é problema, ma quello che viene fatto in questo modo é danneggiare la legge. Quando si danneggia la legge, si danneggia il Paese e tutti quelli che vi sono dentro”.