Algeria, fuggiti 15 ostaggi stranieri: “Costretti a indossare cinture esplosive”

Algeria, fuggiti 15 ostaggi stranieri: “Costretti a indossare cinture esplosive”

ALGERI – Quindici ostaggi stranieri e trenta algerini, detenuti da un gruppo di terroristi di Al Qaeda in un campo petrolifero in Algeria, sono riusciti a fuggire. Lo riferisce il canale privato algerino Ennahar citando una “fonte ufficiale”. Tra loro, ha detto Anis Rahmani, patron della tv, c’è anche una coppia di francesi.

Nel campo la situazione non è chiara, ma appare drammatica. Secondo il quotidiano arabofono algerino Al Khabar, che cita proprie fonti delle forze di sicurezza, i miliziani hanno costretto alcuni degli ostaggi ad indossare delle cinture esplosive e hanno piazzato delle cariche a protezione dell’area. I jihadisti dispongono di un vero e proprio arsenale e hanno minacciato di far saltare in aria l’impianto se l’esercito algerino tenterà un blitz.  Nel sito di BP, Statoil e Sonatrach, restano anche decine di lavoratori algerini della società francese CIS Catering, liberi di muoversi all’interno del campo ma non di uscirne.

La tv Al Jazeera è riuscita a raggiungere al telefono alcuni degli ostaggi: “La situazione è molto pericolosa, l’esercito algerino deve ritirarsi e avviare negoziati che potrebbero evitare perdite di vite umane”. E’ questo l’appello che tre dei rapiti in mano ai terroristi islamici da mercoledì mattina nel sito petrolifero di In Amenas, hanno lanciato. I tre, un britannico, un irlandese e un giapponese che sembrerebbe ferito, hanno ribadito le richieste avanzate da uno dei sequestratori che si è presentato come Abu Al Bara: l’esercito abbandoni la zona.

Le circostanze restano poco chiare e piuttosto critiche: giovedì mattina Al Bara ha ribadito che gli ostaggi stranieri erano 41, ma poche ore dopo la tv algerina ha riferito che in 15 sono riusciti a fuggire, tra cui una coppia di francesi. Intanto non c’è ancora alcuna conferma ufficiale, da parte delle autorità algerine, della notizia secondo la quale ieri sera unita’ dell’esercito abbiano attaccato il campo per liberare gli ostaggi. A darne conto era stato un comunicato fatto giungere a fonti di stampa mauritane ed a firma della brigata di ”coloro che firmano con il sangue”, che ieri hanno rivendicato l’assalto per ”vendetta” contro la concessione dello spazio aereo algerino ai Rafale francesi diretti in Mali. Secondo il comunicato, l’attacco sarebbe stato respinto.

Alcuni ostaggi – giapponesi e sudcoreani – sarebbero rimasti feriti dai colpi sparati dall’esercito, secondo una fonte dei sequestratori, che a loro volta minacciano di uccidere un britannico, lo riferisce Al Jazeera.

Bloccati in 250 mercoledì durante il blitz, un centinaio erano stati liberati in giornata, mentre 30 sono riusciti a fuggire nella mattinata di giovedì. Uno dei sequestratori ”ha tratti somatici occidentali e non parla bene l’arabo”, ha raccontato ad Al Jazeera un algerino rilasciato ieri, Abdallah. Gli altri membri del commando, ha aggiunto l’ex ostaggio, sono ”tunisini, egiziani e algerini”. Abu al Bara ha riferito che gli ostaggi provengono da una decina di Paesi: Norvegia, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Romania, Colombia, Thailandia, Filippine, Irlanda, Giappone e Germania. Ma ci sarebbero anche sudcoreani e austriaci.

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