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Algeria. Trovati altri 25 corpi, bilancio di 81 morti. Al Qaeda rivendica strage

di Emiliano Condò |20 Gennaio 2013 21:20

In Amenas (foto Ansa)

ALGERI – Un bilancio più pesante del previsto. Il ministro algerino della comunicazione, Mohamed Said, ha detto che il bilancio dell’ attacco contro il centro di In Amenas si annuncia più pesante rispetto ai 24 ostaggi e i 32 terroristi uccisi.”Temo davvero, purtroppo, che il bilancio debba esser rivisto al rialzo”, ha detto Said alla radio pubblica Chaine 3.

E infatti il bilancio è salito a 81 morti, tra ostaggi e terroristi uccisi, dopo il ritrovamento di altri 25 corpi nell’impianto petrolifero.

Le prime indiscrezioni sulla nazionalità degli ostaggi uccisi emergono durante la giornata del 20 gennaio. Uno dei feriti gravi, di nazionalità romena, è morto in ospedale. Tra le vittime dei terroristi sono 12 quelli di nazionalità giapponese. La Gran Bretagna, come ha confermato il premier David Cameron, conferma la morte di tre suoi cittadini. Altri tre risultano dispersi, come anche un quarto straniero residente in Gran Bretagna, e sono verosimilmente morti. Almeno un algerino è stato ucciso, e tra le altre vittime ci sarebbero cittadini di Francia e Stati Uniti.

Mokhtar Belmokhta, detto il “principe” dai suoi seguaci, ha rivendicato l’attentato a nome di Al Qaeda in un video, che è arrivato all’agenzia mauritana Sahara Media. Nel video, che risale al 17 gennaio, Belmokhtar si dice anche pronto a negoziare con l’Algeria e i paesi occidentali, in cambio della fine dell’operazione militare in Mali.

Youcef Yousf, ministro del Petrolio, ha dichiarato che l’Algeria non permetterà agli stranieri di contribuire alla sicurezza delle proprie installazioni petrolifere. Nel corso di una breve visita al sito di In Amenas il ministro ha dichiarato: ”E’ fuori questione permettere a forze di sicurezza straniere di prendere in mano la sicurezza delle nostre installazioni petrolifere”.

David Cameron, primo ministro britannico, ha replicato dichiarando che la crisi degli ostaggi in Algeria potrebbe essere l’inizio di una battaglia lunga decenni contro il terrorismo islamico in Nord Africa: “E’ una minaccia globale che richiederà una risposta globale, una risposta che riguarderà anni, anche decenni, più che mesi”.

Intanto le forze speciali algerine hanno arrestato nella giornata del 20 gennaio cinque terroristi nel sito gasiero di In Amenas, mentre altri tre sono in fuga. Ne ha dato notizia l’emittente privata algerina Ennahar. ”Cinque terroristi sono stati arrestati questa mattina” mentre le forze speciali continuano a setacciare il complesso, ha precisato il proprietario dell’emittente, Anis Ramani, aggiungendo che ”altri tre sono in fuga”.

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