Algeria: processo a 4 cristiani per l’apertura di una chiesa

Si apre oggi a Larbaa Nath Irathen, in Algeria, il processo a quattro algerini convertiti al cristianesimo, accusati dell’apertura di ”un luogo di culto non autorizzato”. Gli imputati, originari della Cabilia, ”sono accusati di avere aperto un tempio protestante senza l’autorizzazione della commissione nazionale dei culti non musulmani”, scrive El Watan. Inoltre, uno dei quattro ”e’ anche accusato di aver ospitato illegalmente uno straniero”, un pastore protestante francese. Rinviato a tre riprese, il processo ha sollevato numerose polemiche nel paese maghrebino.

La chiesa protestante d’Algeria (EPA) ha denunciato ”il clima da inquisizione” di questo ennesimo processo contro i cristiani. Accuse arrivano anche dal collettivo ‘SOS Disparus’, che parla di un crescente ”clima di intolleranza, in un contesto politico dove il potere si appresta a dare nuovo spazio agli integralisti”, e dal partito d’opposizione Raggruppamento nazionale democratico (RCD), profondamente radicato nella regione berbera, che definisce il processo ”un attacco ai diritti e alla liberta”’. Secondo la legge algerina, entrata in vigore nel 2006, chi ”pratica una religione diversa dall’Islam deve costituire un’associazione a carattere religioso” e chiedere permessi per ”la celebrazione delle cerimonie, che devono tenersi in luoghi autorizzati”. Rischia invece dai due ai cinque anni di prigione e multe fino a 10 mila euro chiunque ‘tenti di convertire un musulmano ad un’altra religione, costringendolo o usando mezzi di seduzione”.

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